Rimini, incidente mortale, senza colpe per il Gup, ma è condannata a pagare 420mila euro
Prosciolta dalla giudice penale, condannata a risarcire dal Tribunale civile i parenti della vittima. Premessa: l’ordinamento giuridico italiano consente l’avvio di una causa civile di risarcimento anche se il procedimento penale a carico dei presunti colpevoli di un reato è stato chiuso con una archiviazione inappellabile.
Esattamente il caso esaminato qualche settimana fa dalla Terza sezione del Tribunale civile di Bologna che ha condannato la compagnia assicurativa di una automobilista al pagamento di poco meno di 420mila euro, quale risarcimento danni al figlio, alla nuora, alla sorella e alle due nipoti minorenni di Annunziata Coco, 72 anni, morta al Bufalini di Cesena il 10 aprile del 2018 per le gravi ferite riportate in un incidente stradale di cui era rimasta vittima lo stesso pomeriggio. Mancavano una manciata di minuti alle 14 quando la pensionata che stava tornando a casa in bicicletta è caduta nel sottopasso di via Da Verrazzano.
L’inchiesta
La Procura della Repubblica, sulla scorta delle indagini del Corpo della Polizia locale di Riccione, Coriano e Misano, aveva individuato tre potenziali responsabili dell’incidente. A loro erano arrivati visionando le riprese della telecamera della Statale Adriatica, incrocio che dista meno di 300 metri dal luogo della tragedia. Due - i protagonisti della causa civile - si erano fermati sul posto, uno dopo l’altro. I tre automobilisti sono stati definitivamente scagionati in sede di udienza preliminare nel 2019: i Ris dei carabinieri di Parma, infatti, come richiesto dalla perizia commissionata dal Gup del Tribunale Benedetta Vitolo, dopo aver comparato i segni rilevati su una scarpa della donna con gli pneumatici delle vetture condotte dagli indagati, avevano escluso qualsiasi compatibilità. Tradotto: la pensionata era stata sì investita ma da una ipotetica quarta macchina, mai vista però imboccare nell’ora incriminata il sottopasso.
Le cause
I parenti più stretti della pensionata, che già si erano opposti all’archiviazione, si sono prima rivolti al Fondo vittime della strada, facendo però anche stavolta un buco nell’acqua. Le loro richieste non sono state infatti accolte. Solo a questo punto hanno deciso di intraprendere la via della causa civile che ha visto citati solo due dei tre “sospettati”: il primo è stato infatti subito escluso questa volta perché le riprese video avevano ampiamente dimostrato che nel sottopasso era transitato prima della vittima. Il Ctu nominato dal Tribunale civile riesaminate tutte le carte e dopo ulteriori accertamenti ha individuato nella conducente di una Lancia Y, terzo veicolo ad essere entrato nel tunnel, l’autista che ha urtato e fatto cadere a terra la ciclista 72enne. Il secondo, un Fiorino condotto da un artigiano assistito nei due giudizi sempre dall’avvocato Stefano Caroli, sulla carrozzeria riportava invece i segni compatibili con la ricostruzione fatta dallo stesso autista. Beneficiari del risarcimento, come detto, il figlio, le nipoti, la sorella e la nuora della vittima.