Incentivi ai medici di base dall’Ausl Romagna per “tagliare” i farmaci. «Rifiutiamo, non è deontologico. Quei soldi andrebbero investiti in altro»

RIMINI. Farmaci da evitare o da usare con estrema cautela. L’Ausl Romagna offre incentivi da mezzo milione di euro ai medici di famiglia in cambio di un taglio alle prescrizioni. Una scelta che spinge lo Snami a salire sulle barricate: «Non firmeremo la proposta, è questione di etica: così si pilotano le ricette». Troppi antibiotici. Ma anche anziani che assumono nove o più farmaci al giorno esponendosi a conseguenze rischiose, come nel caso del 12,08% degli over 75 di Rimini. Sono soltanto due dei nodi emersi dall’analisi dei ricettari romagnoli compilati nel 2024. Da qui l’ennesima controproposta di Ausl Romagna che da anni cerca di trovare la quadra invocando «particolare attenzione al rapporto costo-efficacia-sicurezza di ogni intervento terapeutico». Sul piatto mette 550mila euro, con l’obiettivo di cambiare rotta nel nuovo anno. Di questi 230mila saranno destinati a ridurre la prescrizione di antibiotici, prediligendo quelli del cosiddetto gruppo Access, ovvero a spettro ridotto, mentre 140mila serviranno a abbassare la quota di anziani trattati con un mix di medicinali. A non firmare la proposta, rivolta dall’azienda sanitaria alle rappresentanze dei medici, sarà lo Snami Rimini (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) come avviene dal 2023, da quando cioè lo presiede Pietro Pesaresi a cui chiediamo i motivi del veto.
Dottor Pesaresi, perché lo Snami rifiuta questa proposta? Suona come la storia del bastone e della carota anziché come il tentativo per un salto di qualità?
«È giusto prescrivere farmaci con appropriatezza ma dubito con forza che sia deontologico dispensare premi in denaro ai medici perché compilino meglio le ricette».
Anni fa scoppiò lo scandalo di case farmaceutiche che regalavano viaggi da sogno ai dottori di famiglia in cambio di una pioggia di prescrizioni a loro favore. Con le dovute distinzioni, questo è un vortice che rischia di travolgere ancora le scelte di alcuni colleghi?
«Quello che ha descritto era un reato a tutti gli effetti, noto sotto il nome di comparaggio. La proposta avanzata da Ausl suona invece come una sorta di un comparaggio al contrario. Tutto parte dall’analisi di dati da cui è emerso, tra l’altro, che a Rimini si prescrivono troppi antibiotici rispetto alla media regionale. Il che provoca gravi conseguenze perché più antibiotici si usano, teniamolo a mente, più i microbi diventano resistenti agli antibiotici stessi. Ecco perché si tratta di medicinali da prescrivere con criterio e solo qualora sia necessario. Ma da qui a proporre premi in caso di tagli alle ricette, ce ne corre. È nostro dovere rispettare il codice deontologico secondo cui il medico non può essere influenzato da nulla che non siano la sua scelta, la coscienza e l’utilizzo delle risorse. Zero intromissioni, dunque, e a maggior ragione zero pressioni. In ambulatorio, in buona sostanza, non deve aleggiare alcun retro pensiero, si valutano solo le priorità del paziente».
Si potrebbe obiettare che l’Ausl è un’azienda e che, in quanto tale, organizza criteri e distribuisce incentivi. Cosa ne pensa?
«Siamo professionisti impegnati, al di là di qualsiasi rapporto contrattuale, nell’assistenza ai malati. Una cifra così importante, che supera il mezzo milione di euro, dovrebbe essere investita in corsi di formazione e aggiornamento per l’intero settore oppure riversata nell’acquisto di strumenti o mezzi utili come, ad esempio, un’ambulanza».