Idriss e Siaka dopo un anno trovano casa a Rimini: “Ce l’abbiamo fatta”

Rimini

Metti insieme un progetto del Comune di Rimini, un’iniziativa di volontariato e persone di buona volontà. Il risultato è una nuova casa per Idriss e Siaka. Inizia così il suo racconto Federico Bianchini della Cooperativa sociale Pacha Mama, commercio equo e solidale.

La storia di Idriss

Il problema della ricerca della casa a Rimini è ormai annoso e strutturale, per qualsiasi tipologia di famiglia. Complice la vocazione turistica, gli affitti universitari, e l’esplosione degli immobili dedicati agli affitti brevi (più di 1.200 nel 2024 nella sola piattaforma Air BnB), negli ultimi anni la ricerca di un alloggio in cui vivere è diventata una strada in salita. Lo sa bene il 24enne Idriss Koné, originario della Costa d’Avorio ma presente da alcuni anni nel Riminese, dove ha concluso il suo percorso di richiedente asilo. Una volta ricevuta la protezione internazionale, Idriss è entrato in uno dei Progetti Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) del Comune di Rimini, quello gestito dalla cooperativa sociale Madonna della Carità. Già da alcuni mesi faceva volontariato anche presso le botteghe del commercio equo e solidale. «Lo abbiamo conosciuto in una delle nostre iniziative di collaborazione – spiega Bianchini – dopodiché Idriss si è reso sempre disponibile per i banchetti del commercio equo e le relative consegne». Intanto, grazie al Sai, il giovane migliora il suo italiano, e si forma come saldatore, «una figura molto ricercata dalle aziende della provincia».

Le fatiche di Siaka

Un cammino, il suo, che si incrocia con quello di Siaka Diakite, 28 anni suo connazionale, appena uscito da un triennio di progetti di integrazione della cooperativa sociale Cento Fiori. Ad accomunare i due c’è anche l’odissea per trovare un tetto. Siaka, una volta lontano dai percorsi di accoglienza, si è accontentato di un alloggio informale e utilizzava una stanza in una famiglia italiana di cui risultava solo ospite, trovando difficoltà anche ad iscrivere la residenza. «La sua ricerca – prosegue ancora Bianchini - è stata molto lunga, a tratti deludente, fino a maturare l’idea di abbandonare il nostro territorio, che avrebbe visto così perdere una persona altamente qualificata sul lavoro». A nulla sembravano valere un contratto a tempo indeterminato e un reddito da operaio specializzato in grado di offrire garanzie ai proprietari di casa. «Siaka è per noi una risorsa fondamentale», conferma Nevio Barbiani, titolare di una storica azienda del territorio riminese, la Tbn Meccanica, specializzata in lavorazioni e costruzioni meccaniche.

La svolta

«Abbiamo affiancato e accompagnato i ragazzi nella ricerca degli immobili, dalle telefonate alle visite - riprende il racconto Federico Bianchini di Pacha Mama – notando che spesso, nonostante percorsi di integrazione linguistica e lavorativa importanti, accompagnarli in visita, e in un certo senso metterci la faccia, aiuta a superare quel muro, esplicito o meno, che una persona di origine straniera può incontrare nel rivolgersi agli intermediari immobiliari o nel primo confronto con i proprietari. Alla fine, dopo un anno di ricerche, l’obiettivo è stato centrato».

Gli incentivi

Per sbloccare la situazione, arrivando a un affitto di lungo periodo, un ruolo centrale lo ha svolto anche il Patto per la Casa, un programma regionale a cui il Comune di Rimini ha aderito, individuando in Acer il gestore. Il Patto cerca, in estrema sintesi, di favorire gli affitti di lungo periodo mettendo sul piatto a favore dei proprietari: una riduzione dell’Imu, la copertura di piccoli interventi di manutenzione per il ripristino degli immobili da affittare, oltre ad ulteriori forme di garanzia in caso di morosità. Da qui il doppio lieto fine. «Diakite – premette Bianchini -, forte della stabilità abitativa raggiunta, sta ora pensando alla promessa di matrimonio alla sua compagna. Non conosciamo bene, invece, i progetti futuri di Idriss qui a Rimini che per ora si gode la serenità della sua nuova casa. Quando prende il mazzo di chiavi in mano, un sorriso gli illumina il volto. Canticchia e ripete il suo motto: “La casa, la prima cosa”».

“Servono controlli”

«Le iniziative in corso – conclude Bianchini – sono da affiancare al controllo da parte delle autorità sul mercato degli affitti brevi. Anche a Rimini si sono fatti avanti alcuni operatori informali che raccolgono immobili dai privati e li gestiscono sulle piattaforme web, comportandosi in sostanza come fosse un’attività di impresa, spesso con personale non inquadrato per le pulizie: di fatto dunque eludendo la normativa e i requisiti per svolgere tali attività. Sono situazioni ben lontane dal privato che vuole affittare ogni tanto la sua seconda casa, ma vere attività organizzate che fanno concorrenza sleale agli alberghi. Non sempre, tra l’altro, con una completa denuncia degli ospiti effettivi o dei giorni reali trascorsi per eludere l’imposta di soggiorno».

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