Hotel, locali, e recensioni web, ore contate per i leoni da tastiera: “Può scrivere chi dimostra la sua identità”
Locali e hotel, arriva il giro di vite sulle false recensioni online. Ore contate per i leoni da tastiera. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il primo disegno di legge sulle piccole e medie imprese regolamentando la materia per la prima volta. Ma quali sono le misure adottate? Potrà scrivere recensioni solo chi dimostra la propria identità oltre all’effettivo uso di un prodotto o di determinati servizi. La recensione dovrà, inoltre, essere pubblicata entro 15 giorni dal servizio. Quanto alle strutture recensite, hanno diritto di replica e possono richiedere la cancellazione “di recensioni false, ingannevoli, non veritiere o eccessive” e, trascorsi due anni, l’oblio per quelle “non più attuali”. A monitorare gli utenti e l’attività sputa sentenze delle piattaforme sarà Agcom (autorità per le garanzie nelle comunicazioni).
Il cambio di rotta
Una risoluzione, questa, che fa tirare un respiro di sollievo agli operatori, come Gaetano Callà, presidente Fipe (federazione pubblici esercizi). «Questa stretta – commenta – è il primo passo concreto che chiedevamo da anni. Per ottenere un cambio di rotta ci siamo recati persino a Londra segnalando le criticità in atto a Tripadvisor (sito web statunitense di recensioni, ndr)». Nessuno pretende che siano archiviati tutti i problemi, «perché – come rimarca - l’ignoranza umana supera la bontà divina». In sostanza, continua Callà, tutti si sentono chef esperti mentre quello che scrivono «è spesso assurdo, errato e va a discapito di intere famiglie di lavoratori». Il peggio è che «in troppi abusano di continuo delle recensioni» in una sorta di febbre del sabato sera. Casus belli più frequente è la polemica sui prezzi «anche se basterebbe dare un’occhiata al menù esposto all’esterno di un ristorante, prima di entrare, per capire se davvero fa al caso tuo». Altra gamba tesa, secondo Callà, «era l’acquisto di recensioni favorevoli da parte di certi locali o il coinvolgimento di amici e parenti per acchiappare like. Ora siamo soddisfatti – tira le fila – soprattutto perché ci è data la possibilità di replicare, spiegare e, nei casi estremi, anche di denunciare. Da tempo auspicavamo un dialogo con organismi nazionali e internazionali. Non possiamo accettare a oltranza che chiunque dica di tutto senza alcuna competenza in merito».