Rimini. Pesaresi, Snami: «File al Pronto soccorso, più dei Cau il vero argine sono i medici base»

Rimini

«Il vero argine alle lunghe attese ai pronto soccorso sono i medici di famiglia. Sarebbe bene quindi che venisse potenziata la medicina territoriale». Pietro Pesaresi, presidente provinciale e vice presidente regionale dello Snami, il sindacato autonomo dei medici di base, lancia un appello al nuovo presidente della Regione, De Pascale. Con un appunto anche sui Cau, i Centri di assistenza urgenza (a Rimini è in via Ovidio), nati col compito di accogliere i pazienti affetti da patologie non gravi e di snellire, così, le lunghe file ai Pronto soccorso (i codici bianchi e verdi, infatti, rappresentano il 60% degli ingressi complessivi).

I dati sui Cau

«Ho letto i dati sul Cau di Rimini relativi al semestre di apertura (maggio-ottobre) – sottolinea Pesaresi – e ho notato che viaggia su una media di 60 ingressi giornalieri, con picchi da 120 accessi tra luglio e agosto. Bene. Sapete quanti contatti garantisce un medico di famiglia? Almeno 80 al giorno. E sapete quanti medici ci sono nel comune di Rimini? Circa 100. Per cui è sufficiente una semplice moltiplicazione per comprendere che servizio offrono i medici di medicina generale alla comunità e quanto lavoro tolgono al Pronto soccorso dell’Infermi».

Un’analisi con numeri alla mano quella di Pesaresi, propedeutica alla richiesta di «mettere mano alla nostra professione attraverso lo snellimento delle innumerevoli procedure burocratiche e alla soluzione dei blocchi informatici a cui siamo sottoposti nella richiesta di una qualsiasi prestazione per il nostro paziente, dalla visita specialistica fino alla diagnostica».

La burocrazia che rallenta

Procedure farraginose che rallentano di molto il lavoro dei camici bianchi ambulatoriali e creano disagi ai pazienti. «E’ stato rifatto ex novo il nomenclatore per le prescrizioni - fa notare il sindacalista dei medici - e, da luglio, per prescrivere ad un paziente dei normali esami, perdiamo decine di minuti solo per un’impegnativa: una cosa impensabile nel 2024, ma è così. Inoltre la Regione ci ha imposto nel software “cartella clinica” assurde griglie decisionali il cui effetto è quello di rallentare il nostro lavoro e limitare la nostra autonomia professionale. Oggi, infatti, è il programma digitale che ci indica le priorità e le urgenze rispetto ad una visita cardiologica piuttosto che dall’otorino, non siamo più noi a stabilirlo in autonomia. Ecco perché parlo di potenziamento della medicina territoriale, perché sono i medici di famiglia la vera barriera anti-file al pronto soccorso. Ma se invece di facilitarci il compito, ce lo complicano...».

Codici e tempi di attesa

Evidenziata la necessità di agire sulla rete sanitaria di comunità, Pesaresi entra, quindi, nel merito dei Centri di assistenza e urgenza per codici bianchi e verdi. «A parte l’enorme divario che c’è nel numero di accessi quotidiani: 60 in via Ovidio, almeno 80 contatti in un solo ambulatorio di un medico di famiglia di Rimini, faccio notare che spesso dai Cau il paziente viene trasferito ai pronto soccorso per un ulteriore approfondimento diagnostico. E i dati Ausl lo dicono chiaramente». E, infatti, prendendo in considerazione il pronto soccorso dell’ospedale Ceccarini di Riccione, quello più prossimo al Cau di Cattolica (che ha aperto il 18 dicembre 2023) vediamo che «secondo i dati forniti dall’Ausl Romagna - precisa Pesaresi - da gennaio a giugno di quest’anno gli ingressi con codici azzurri, quelli appena sopra i bianchi e i verdi gestiti dal Cau, sono cresciuti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: 4.668 accessi nel primo semestre 2024 contro 3.895 ingressi dello stesso semestre 2023, con tempi medi di attesa di 154 minuti». E sono aumentati anche gli ingressi per codici arancioni (721 nel primo semestre 2024, contro 658 del primo semestre 2023, con tempi medi di attesa di 61 minuti) e anche gli ingressi per codici rossi (379, contro 317, con tempi medi di attesa di 13 minuti), ma ci sono stati anche 10.314 codici verdi con tempi medi di attesa di 146 minuti (9.013 ingressi nel 2023) e 1.149 codici bianchi con tempi di attesa di 148 minuti (1.221 ingressi nel 2023). Per un totale accessi al pronto soccorso del Ceccarini, nei primi sei mesi del 2024 (tra bianchi, verdi, azzurri, arancioni e rossi), di 17.231 unità contro le 15.104 unità dello scorso anno (+14% quindi).

Accessi al Pronto soccorso

Non solo Riccione. Perché anche al pronto soccorso dell’ospedale Infermi di Rimini gli ingressi, nel primo semestre di quest’anno, sono lievitati (il Cau di via Ovidio ha aperto, però, il 29 aprile). Sono stati, infatti, 51.188 gli accessi totali contro 48.712 dello stesso periodo 2023 (+5,1%). Con 14.542 codici azzurri e tempi medi di attesa di 137 minuti (12.675 ingressi nel 2023), 3.067 codici arancioni con tempi medi di attesa di 69 minuti (2.298 accessi nel 2023), e 2.097 codici rossi con temi di attesa di 10 minuti (1.893). Ma ci sono stati anche 28.308 codici verdi con tempi medi di attesa di 85 minuti (28.560 accessi nel 2023) e 3.174 codici bianchi con tempi di attesa di 83 minuti (3.286 ingressi nel 2023). Mentre il Cau di Cattolica aveva prodotto, dal 18 dicembre 2023 al 30 giugno scorso, 9.445 ingressi, con 497 trasferimenti di pazienti ai pronto soccorso e punti di pronto intervento del territorio. E quello di Rimini (periodo che va dal 29 aprile, giorno di apertura, al 30 giugno 2024) aveva prodotto 3.481 accessi, con 269 trasferimenti di pazienti ai pronto soccorso e punti di pronto intervento del territorio. «Un’analisi chiara – chiosa Pesaresi –, dalla quale si evince che se nei pronto soccorso gli ingressi con codici bianchi e verdi sono scesi di pochissimo, tutti gli altri accessi con codici più urgenti che vanno dall’azzurro all’arancione fino all’emergenza del rosso sono invece aumentati».

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