Dopo 11 anni ritrova la figlia rapita dalla compagna

Rimini

Dopo 11 anni ritrova la figlia rapita dalla compagna. La storia a lieto fine è dovuta alla caparbietà di un papà che non ha mai perso la speranza. Parliamo dell’imprenditore 55enne Andrea Palermo, originario di Perticara nel Riminese, e poi trasferito a Milano, dove ha aperto un pub. Dopo anni di ricerche affinando il suo appello in punta di diritto, la pista giusta è stata imboccata dalla Procura di Milano insieme a Le Iene, trasmissione Mediaset a cui si era rivolto la settimana scorsa. Ora potrà riabbracciare la figlia Matilda che compirà 14 anni il prossimo 21 luglio sebbene il cammino, come conferma, «sia ancora in salita».

Tutto comincia nel 2010 quando Andrea, allora 38enne, conosce Carlotta Morri, 26enne. La loro storia, però, naufraga dopo tre mesi. Andrea decide di allontanarsi ma la ragazza non ci sta e dice di essere incinta. Finché un mese e mezzo dopo è davvero in dolce attesa e racconta di rientrare in uno dei 12 casi al mondo di iperfetazione: aspetterebbe cioè due bambini concepiti in tempi diversi ma ne partorisce una sola nell’estate successiva. Per far tornare i conti parla di un aborto avvenuto mesi prima.

Nonostante gli alti e bassi, lui cerca di tenere insieme la famiglia ma i litigi aumentano. La prima fuga della donna con la piccola al seguito dura due anni. Viene trovata a Bologna. Le accuse di presunti maltrattamenti da parte dell’uomo vengono reputate senza fondamento dal Tribunale di Milano che la accusa di calunnia. Costretta dal giudice, fa incontrare la figlia all’ex per poi volatizzarsi ancora, stavolta per 11 anni finché viene rintracciata in una città europea (identificata da molti spettatori in Valencia) dove insegna musica e vive con Mati e il nuovo compagno da cui ha avuto un altro bambino.

Ma come è riuscita a non lasciare tracce per oltre un decennio? «Niente vaccini, nessuna documentazione sul secondo parto, i conti bancari fermi dal 2012». Mati non è mai andata a scuola optando per l’istruzione domiciliare e persino in palestra risulta iscritta «col cognome del patrigno». Intanto dalle voci filtrate emergono «nuovi indagati per favoreggiamento nella sottrazione di minore». Tutto è nelle mani della giustizia ma al centro, per questo papà, «resta la serenità di un’adolescente salutata quand’era bambina».

Contattato, Andrea conferma «di aver lottato solo per questo momento» e si dice pronto ad attendere i tempi fisiologici per rivederla «appoggiandosi all’aiuto di esperti e psicologi». Cosa dirà a chi è vissuta in una bolla, isolata e sprovvista persino di cellulare? «Che suo padre c’è sempre stato, sebbene al 99% si creda figlia di un altro, e che l’aspetterà, anche se all’inizio non volesse incontrarlo. Me l’hanno portata via di giovedì e sabato ho perso il lavoro - ricorda -. Mi sono rialzato solo per pagare gli avvocati e strapparla da una vita lastricata di bugie».

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