Delitto di Pierina Paganelli a Rimini, quel silenzio di 4 minuti sulla soglia dell’orrore che ora inguaia Manuela

La verità Manuela Bianchi dice di averla sempre detta. In tv, ai suoi avvocati, alla famiglia e agli inquirenti spiega di essere stata sempre sincera e che la morte di Pierina è stata una tragedia anche per lei. Ma qualcosa non ha convinto gli investigatori e da ieri Manuela Bianchi è indagata per favoreggiamento in omicidio: le sue azioni, insomma, avrebbero favorito Dassilva. La Procura della Repubblica ha contestato solo ieri l’ipotesi di reato alla nuora di Pierina Paganelli, la donna uccisa il 3 ottobre del 2023 in via del Ciclamino. La Bianchi è stata convocata ieri in mattinata in Procura alle 9 per un interrogatorio durato oltre 12 ore.
Ieri mattina l’incontro con gli inquirenti - condotto dal sostituto procuratore Daniele Paci e dal capo della Squadra mobile di Rimini Marco Masia, alla presenza dell’avvocata difensore Nunzia Barzan e del consulente Davide Barzan - è iniziato come un colloquio per sommarie informazioni e poi si trasformato nell’interrogatorio di un’indagata.
La nuora della donna assassinata, legata da una relazione extraconiugale con Louis Dassilva (in carcere dal 16 luglio e fino a ieri unico indagato per il delitto) ha dapprima risposto ad alcune domande circa la mattina del ritrovamento del cadavere. Quel giorno, il 4 ottobre del 2023, secondo la Procura (che avrebbe in mano alcune consulenze foniche ed elettrogene) prima di aprire la porta e ritrovare il cadavere di Pierina avrebbe incontrato il suo amante. Dopo aver risposto alle prime domande come persona informata sui fatti, a Manuela Bianchi - che avrebbe sostenuto di non ricordare cosa fece quella mattina, nei 4 minuti precedenti la scoperta del cadavere -, è stato quindi contestato il favoreggiamento. Dopodiché l’interrogatorio è stato interrotto per poi riprendere come persona sottoposta a indagine.
Quel buco di 4 minuti
La Bianchi ha quindi deciso di parlare e rispondere a tutte le domande degli inquirenti circa la sua relazione con Dassilva e i suoi spostamenti il giorno dell’omicidio, raccontando quello che la difesa definisce “la verità” sul ritrovamento. Ha puntualizzato e circostanziato meglio alcuni dettagli dal momento in cui scende in garage in via del Ciclamino a quando arriva la Squadra mobile sul posto, dopo la telefonata di allarme avvenuta intorno alle 8.20 del 4 ottobre del 2023. Per gli inquirenti c’è però un buco di circa 4 minuti e mezzo in cui Manuela potrebbe aver incontrato Louis. Gli spostamenti che sono stati ricostruiti in questi mesi dagli investigatori hanno alcuni punti fermi: come l’orario in cui la cam3, la telecamera di videosorveglianza della farmacia di via Del Ciclamino, vede quella mattina la vettura di Manuela scendere la rampa del garage, e l’orario in cui un’altra telecamera, quella di un condomino, questa volta posta nel vano garage, registra la chiusura della porta basculante del box della Bianchi.
Prima che si senta un nuovo rumore - quello della porta tagliafuoco che si apre e dietro la quale c’era il cadavere di Pierina -, trascorrono circa 4 minuti e mezzo tempo durante il quale c’è l’indizio fondamentale. In quel silenzio potrebbero essere concentrati indizi recuperati dalla consulenza fonica. Forse una voce femminile, forse un sussurro. Certo è che quei particolari forse hanno condotto ad un interrogatorio ritenuto importante per gli inquirenti. Per ora si tratta di supposizioni, di certo con un interrogatorio fiume la Bianchi la sua verità stavolta l’ha raccontata fino in fondo. Dopo quasi un anno e mezzo, per l’omicidio della 78enne salgono quindi a due gli indagati. La domanda a questo punto è perché non indagare fin da subito tutti e quattro i sospetti? La Bianchi e il fratello Loris, che ieri mattina si è palesato davanti al tribunale e ha rilasciato interviste televisive, Dassilva e la moglie. Tutti e quattro sullo stesso pianerottolo, tutti e quattro legati da rapporti di amicizia e oltre, forse se indagati subito avrebbero raccontato la versione definitiva di questa tragica vicenda in cui la vera vittima rimane una donna anziana di ritorno da una riunione religiosa.