Delitto di Pierina Paganelli a Rimini, Manuela contro Louis: ipotesi faccia a faccia tra i due ex amanti

Caso Pierina Paganelli, dopo le rivelazioni della nuora, Manuela Bianchi, la Procura potrebbe chiedere un incidente probatorio; un’udienza davanti al gip Vinicio Cantarini in cui acquisire le dichiarazioni della donna. La Bianchi, indagata per favoreggiamento personale in omicidio, avrebbe infatti raccontato nell’interrogatorio fiume di martedì scorso che la mattina del ritrovamento del cadavere della 78enne ad avvertirla sarebbe stato Louis Dassilva. L’uomo l’avrebbe attesa nel garage per rassicurarla e dirle di non urlare né avere paura, perché dall’altra parte della porta tagliafuoco c’era il cadavere di una donna; non di Pierina, ma di una donna non meglio identificata. Poi, il 35enne senegalese le avrebbe detto chi chiamare e cosa dire per dare l’allarme. Per Louis Dassilva invece le parole di Manuela sarebbero solo delle fandonie e quindi non si esclude che vi sia in prospettiva la necessità di un confronto tra i due amanti in un incidente probatorio con contraddittorio.

«Le dichiarazioni della nostra assistita - ha dichiarato il consulente Davide Barzan che fa parte del collegio difensivo della Bianchi, con l’avvocata Nunzia Barzan - sono la verità. Lei, diversamente da quanto fatto nelle precedenti sit, ha detto quello che è accaduto in quei 4 minuti del mattino del 4 ottobre 2023. Le parole della signora Bianchi sono riscontrate dagli inquirenti e vengono ritenute credibili». I 4 minuti a cui Barzan si riferisce sono quelli che trascorrono da quando la Bianchi chiude la basculante del garage a quando poi apre la porta scoprendo il cadavere di Pierina.

L’ex amante nega

Louis Dassilva però non ci sta e dal carcere di Rimini, dove è detenuto dal 16 luglio, fa sapere attraverso i suoi legali, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che quanto raccontato dalla Bianchi non è la verità perché lui quella mattina non era mai sceso in garage. Lo avrebbe fatto solo quando era stato chiamato proprio da Manuela.

A questo punto non si esclude che il sostituto procuratore Daniele Paci predisponga un nuovo interrogatorio per Dassilva, ritenuto ancora l’esecutore materiale del delitto. Sulla credibilità della Bianchi quindi, se da una parte lo studio Barzan è pronto a scommettere «perché se su quei 4 minuti la Bianchi non ha detto nulla fino ad ora - spiega il consulente - è solo perché era una donna innamorata travolta da una serie di eventi tragici e inspiegabili», la Squadra mobile deve trovare le prove e i riscontri. Perché una testimonianza, oltretutto di una persona indagata, deve rispondere a criteri che - codice alla mano - includono spontaneità, verosimiglianza, precisione, costanza e reiterazione senza contraddizioni essenziali, oltre che coerenza logica e ragionevolezza.

Inoltre il racconto deve trovare conferme. E’ proprio su questi riscontri che gli inquirenti stanno lavorando e a quanto pare hanno già fatto passi da gigante nel confermare le circostanze raccontate dalla nuora della vittima.

La Squadra mobile avrebbe già verificato ogni parola e anzi gran parte del racconto reso dalla Bianchi sarebbe stato stimolato proprio da questi nuovi elementi di indagine in mano agli agenti. Una volta messa alle strette, la nuora anche su indicazione del collegio difensivo ha raccontato tutto.

Dopo un primo tentativo di negare ancora dicendo di non ricordare nulla, la donna è crollata in un pianto e ha capito di non poter più rimanere in silenzio. Per questo, le sue dichiarazione saranno “travasate” negli atti del processo e saranno parte integrante della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del senegalese.

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