Delitto di Pierina, nel video la chiave del mistero di Rimini

Rimini

Per quasi due ore i difensori di Louis Dassilva, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, hanno incontrato ieri mattina il gip Vinicio Cantarini. Dassilva, come noto, è detenuto dal 16 luglio per l’omicidio di Pierina Paganelli in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa proprio dallo stesso magistrato.

«E’ stato un incontro per chiarire - ha detto l’avvocato Fabbri - e comprendere meglio quanto emerso dall’udienza di incidente probatorio di lunedì». Davanti al gip sarebbe infatti emersa la necessità di rafforzare alcuni elementi probanti come appunto il video della farmacia di via Del Ciclamino della famosa “cam 3”, con un esperimento giudiziale. E questo perché durante l’udienza di lunedì in cui ha nominato il perito che dovrà scavare nei cellulari di Dassilva a partire da maggio, alla ricerca di chat e contatti con la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, il gip ha esortato le parti a eseguire un altro incidente probatorio proprio per verificare il video su cui si basa l’inchiesta. «Bisogna fugare ogni dubbio», ha detto il giudice Cantarini.

La cam 3 e il dubbio

Adesso tocca alle parti farsi avanti, perché la procedura prevede che sia o la Procura oppure la difesa a presentare istanza di incidente probatorio che non può essere disposto d’ufficio dal Tribunale.

Il dubbio è sorto quando un condomino di via Del Ciclamino si sarebbe fatto avanti in tv a testimoniare che quello ripreso dalla cam 3 era lui che tornava a casa la sera dell’omicidio. E non, come ha sostenuto la Procura, Dassilva dopo aver ucciso Pierina. Il filmato in questione in bianco e nero, mostra un uomo di spalle che cammina. Un uomo dall’apparente carnagione nera, con un cappellino in testa, maglia a maniche corte, e un fagotto o borsa portata sul braccio sinistro. Stando all’esame del movimento effettuato dal perito della Procura, il dottor Daniele Mazzoli, quello che si vede passare la notte del 3 ottobre 2023 alle 22.17 è Dassilva. Pierina era stata uccisa, quattro minuti prima, tra le 22.13.31 e le 22.13.42.

Il video è sicuramente la prova principale in mano all’accusa per cui va verificato se quella persona che passa è Louis o il vicino di casa. Al momento pare che né la difesa né l’accusa possano dire con certezza scientifica che si tratti di uno piuttosto che di un altro. Ma se la difesa del senegalese può “giocare” sul dubbio senza sciogliere l’incertezza, magari fino al processo in Corte d’Assise rischiando di vincere in aula proprio grazie al dubbio, lo stesso non si può dire della Procura. Gli inquirenti, Squadra mobile e sostituto procuratore Daniele Paci non hanno scelta: devono blindare la prova in attesa che arrivino i risultati del Dna. E non è detto che anche prima che il gip esortasse le parti a farlo, gli investigatori non lo stessero già predisponendo.

Un anno dalla morte

Domani intanto sarà esattamente un anno dalla morte di Pierina Paganelli, 78 anni, brutalmente assassinata nel buio del garage di casa. Un’anziana indifesa colpita «da un vigliacco» come l’ha definito la figlia Chiara Saponi. Lei e i fratelli Giuliano e Giacomo hanno il diritto di sapere perché e chi è stato ad uccidere la mamma senza ricostruzioni alternative fantasiose, collegamenti con altri fatti altrettanti inesistenti. L’incidente di Giuliano, su cui il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha indagato e chiesto l’archiviazione non ha avuto nulla a che vedere con l’omicidio della pensionata. Al massimo - secondo la Procura - potrebbe essere stato l’innesco che ha portato a catena all’uccisione della donna. L’omicidio perfetto non esiste, quello è solo un’invenzione letteraria. E anche per Pierina è solo una questione di tempo.

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