Delitto di Pierina, i legali della famiglia Saponi sondano la possibilità del complice
RIMINI. «Speriamo che, esclusi i soccorritori, le tracce di dna ci diano spunti investigativi su un ipotetico complice, intervenuto quantomeno per ricomporre il cadavere». Nell’attesa che il perito nominato dalla Procura concluda gli esami sui reperti biologici rinvenuti sul cadavere di Pierina Paganelli e sulla scena del crimine, gli avvocati Monica e Marco Lunedei (che assistono i figli della 78enne) sondano la possibilità che Louis Dassilva abbia agito con la complicità di almeno un’altra persona. Il dna, quindi, potrebbe essere un’importante chiave di volta per aprire le indagini a un nuovo capitolo. Anche se l’aspettativa non è quella di trovare tracce biologiche appartenenti a Dassilva (che secondo la tesi sostenuta dalla Procura ha agito schermato da una tuta da giardiniere o da imbianchino), è già cosa nota che sussista il dna di due soggetti maschili sulla parete e sugli effetti personali, mentre tracce femminili sono state trovate sulla maglia e sulla gonna. Quelli che si suppone siano delle soccorritrici.
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