Delitto di Pierina. I brividi di Loris: “Forse quel giorno sono passato dal garage, potrei avere lasciato il mio Dna”
«Mi vengono i brividi, sono sempre stato convinto che non potessero trovare il mio Dna là sotto. In quel garage non ci passavo da una vita, invece forse ci sono passato proprio quel giorno...». Loris Bianchi è seduto nel tinello della sua casa di Riccione quando mercoledì sera ai microfoni di “Chi l’ha visto” sgancia la “bomba” che lo riporta all’attenzione dei media dopo giorni di oblio e lontananza soprattutto dagli obiettivi delle telecamere.
Interrogativi
Che interpretazione devono dare gli investigatori della Squadra mobile della Questura guidati dal vice questore aggiunto Dario Virgili che da giorni stanno ripercorrendo quanto successo alle 22,15 del 3 ottobre quando Pierina Paganelli è stata aggredita con 29 coltellate al ritorno dalla serata di preghiera nella Sala del tempio dei testimoni di Geova? È stata “colpa” dei nuovi test sull’ascensore a fargli ipotizzare un’altra versione dei fatti dopo che fin dall’ora di pranzo del giorno del ritrovamento del cadavere della 78enne, ha sempre sostenuto d’aver seguito la via tradizionale per salire a casa di Manuela, ovvero passando dal portone del civico 31? Il suo Dna dove potrebbe essere stato rilevato? Sull’ascensore che sostiene di non usare mai perché preferisce fare le scale a piedi? Certo è che affermare che «non ho suonato da mia sorella...forse c’era il portone aperto come al solito...e potrei essere passato da sotto», dalla strada percorsa da Pierina e dal misterioso assassino, lo riporta prepotentemente nel cuore dell’indagine coordinata dal pubblico ministero Daniele Paci. Inchiesta che nelle ultime giornate sembrava aver virato decisamente sulle contraddizioni nella ricostruzione di quella sera fatta dall’amante di Manuela «che sono andato a trovare - sottolinea Loris - perché il giorno prima aveva avuto l’incidente» per poi «restare a cena da mia sorella, cosa che non era programmata perché ero molto stanco, ma lei ha insistito perché mi fermassi».
La difesa
Federica Sciarelli non si è fatta perdere l’occasione per ricordare la contradditorietà di diverse sue dichiarazioni. Loris, dopo il solito istante di sgomento già visto quando in diretta gli venne letta la notizia della registrazione audio dell’omicidio, ha voluto sottolineare come il suo non sia un tentativo di nascondere una verità: «Bisogna mettere in conto che i ricordi delle persone possano mischiarsi. Può capitare a chiunque di non riuscire a ricostruire un’intera giornata nei minimi dettagli, passo dopo passo, è una cosa normalissima». Tesi rischiosa da sostenere in un’inchiesta per omicidio.