Colonie, gli spagnoli vogliono la Murri

Rimini

È una delle priorità di ogni sindaco salito a Palazzo Garampi ed è così anche per Jamil Sadegholvaad: il recupero delle colonie diventate negli anni oasi di degrado. Ora spunta una speranza per la Murri di Bellariva grazie alla proposta presentata da un fondo finanziario spagnolo interessato a riprendere il progetto della “Rimini & Rimini” dell’ingegnere Antonio Benzi (scomparso nel 2020). Dopo il fallimento (nel 2015) la Murri è nelle mani del curatore fallimentare.

“Eppur si muove”
Sulla “incompiuta” di Bellariva ha messo gli occhi un colosso della finanza, più precisante un fondo spagnolo che ha interessi in giro per il mondo fra edilizia, commercio e business.
La particolarità che fa ben sperare tutti i protagonisti della vicenda è che i nuovi investitori vorrebbero riprendere il vecchio progetto di riqualificazione presentato dalla “Rimini & Rimini”.
Saul Bazzotti è il curatore fallimentare, non si sbilancia, anche perché il suo mestiere è quello di valutare gli affari che si concretizzano. Conferma, però, che via via negli anni sono giunte proposte di acquisizione e spera sia la volta buona.

Correva l’anno
La storia della Murri (dedicata ad Augusto Murri) inizia nel 1911 quando viene realizzata dalle Opere Pie di Bologna e Imola e diventa la prima casa di cura idroterapica per bambini direttamente sulla spiaggia. Dopo la seconda guerra mondiale non viene più utilizzata. Il 1974 è l’anno di acquisto da parte del Comune, il 1991 quello dell’approvazione del progetto di recupero della “Rimini & Rimini” e l’apertura del cantiere poi bloccato dalla Regione con il ritiro della concessione edilizia. Seguono lustri di ricorsi finché con l’amministrazione guidata da Alberto Ravaioli grazie alla strada dell’accordo di programma si esce dal tunnel e il piano di recupero da 50 milioni di euro viene approvato. La crisi finanziaria del 2008 mette i bastoni fra le ruote, tutto si ferma e nel 2015 giunge il fallimento della “Rimini & Rimini”.

Cosa sarà
Nel 2005 Francesco Benzi venne a Rimini a illustrare personalmente il piano di recupero del comparto. Fra i tratti salienti la creazione di una galleria commerciale con tanto di passeggiata aperta al pubblico (lato mare) protetta da un pergolato. Si prevedeva la pedonalizzazione del lungomare (come con l’attuale Parco del mare).
L’area della colonia era disegnata aperta, senza cancelli, per garantire l’accesso alla battigia provenendo dal viale Regina Margherita. Nella vecchie piazze della struttura grande spazio a centri di interesse turistico. All’interno della colonia pubblici esercizi, ristoranti e spazi divertimento, nell’area Mediterranea un palazzo della musica e nell’ex destinazione Ceschina 11.200 metri quadrati di residenziale e parcheggi.

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