Colonia Bolognese, un’oasi in spiaggia «Rimini farà da apripista in Riviera»

«Rimini apripista in Riviera». Dune, vegetazione spontanea e palizzate di legno. La spiaggia davanti all’ex colonia Bolognese farà un giro nella macchina del tempo, tornando a mezzo secolo fa, quando l’equilibrio tra uomo e ambiente era massimo.
Ritorno alle origini
Il piano dell’arenile che è stato divulgato nei giorni scorsi sarà concluso da una fase di consultazione con la cittadinanza, ma è già possibile far luce sul progetto che interessa la spiaggia libera dell’ex colonia Bolognese. Un mix di tecniche di ingegneria green e Madre Natura che riporterà indietro le lancette per un ritorno alle origini. Sul piatto un investimento da decine di migliaia di euro, tra progettazione e installazione del graticolato. Spiega l’assessore Anna Montini: «Puntiamo ad una maggior rinaturalizzazione del luogo, ripristinando il profilo delle dune di sabbia con tecniche di ingegneria naturalistica».
La progettazione s’ispirerà al modello francese delle “Ganivelles”, steccati di legno di castagno tenuti legati, questa la novità made in Rimini, «non dai tradizionali filo di ferro ma da legacci di iuta o di altri materiali ecosostenibili». Le palizzate funzioneranno come barriera frangivento favorendo, specie durante la stagione invernale, l’accumulo spontaneo della sabbia fino al naturale ripristino della duna. Ciliegina sulla torta una serie di passerelle in legno.
Rivoluzione green
«La proposta - precisa ancora l’assessora - è stata approvata da esperti, impegnati nei sopralluoghi dei mesi scorsi. Ora che ci sono le condizioni per proseguire, subentrerà il confronto con la soprintendenza». Con una precisazione. Non tutta l’area cambierà volto ma solo la parte più vicina all’edificio della Bolognese, laddove già si formano con naturalezza le dune, «la cui altezza e lunghezza andrà concertata a suo tempo».
A corollario seguirà il ripristino della vegetazione autoctona spontanea, come già avviene da tempo sul lato più a sud della zona fra piante fiorite e bassi arbusti. «Un intervento sperimentale», lo definisce Montini che rientra nel progetto di riqualificazione del lungomare Spadazzi nel Parco del mare sud, finanziato attraverso il bando regionale per la riqualificazione urbana.
Un prototipo replicabile
«Faremo da apripista in riviera e non solo – segnala Montini -. Chi vorrà, sarà libero di imitare la nostra sperimentazione come sta avvenendo, a livello nazionale, per il parco del mare. E una volta concluso l’intervento, la spiaggia ricorderà, soprattutto ai turisti storici, la Rimini di un tempo». Quanto all’inizio dei lavori coinciderà con l’autunno o al massimo l’inverno 2024 ma il cronoprogramma andrà armonizzato con quello della Bolognese secondo il calendario gestito dai privati che l’hanno acquistata all’asta.
Capitolo a parte gli eventi estivi che ogni anno scatenano le proteste degli attivisti, schierati a difesa del fratino, il piccolo trampoliere che nidifica in zona. «Il montaggio del palco – va al punto Montini – partirà a fine luglio, cioè due settimane dopo, rispetto all’anno scorso. L’obiettivo è consentire anche la seconda nidificazione del fratino, che avviene tra maggio e giugno». Ma non è tutto: saranno aumentati anche i controlli delle guardie ecozoofile, «perché la gente non sguinzagli i cani in zona, distruggendo le uova dei fratini».