Cecchetto: «Notte Rosa, l‘anno prossimo ogni negozio dovrà sfornare musica»

Rimini

RIMINI. «La Notte Rosa? Dopo il trionfo di quest’edizione, sarà il talent scout del futuro». Tempo di bilanci per Claudio Cecchetto, dopo mesi di lavoro serrato. Nato come disck jockey, ha lavorato in tv, è stato imprenditore e produttore, papà di Radio Deejay e Radio Capital, imponendosi poi come talent scout e indossando più di recente la veste di ambasciatore di Visit Romagna.

Cecchetto, dopo aver rimescolato le carte, com’è andato il Capodanno dell’estate?

«È stata un “Weekend dance” al di sopra di ogni aspettativa. Lo spirito della festa si è sparso come un fiume in piena colorando di rosa la cartolina della Romagna. La costa ha reagito con l’energia che la caratterizza, ce l’aspettavamo, ma quest’anno si è aggiunto l’entusiasmo dell’entroterra. A trainare la festa soprattutto Forlì, che non aveva mai partecipato all’evento: i Boomdabash e la Mirko Casadei Big Band, sono stati capaci di calamitare oltre 6mila spettatori, senza contare la Valmarecchia che ha allestito palcoscenici sotto le stelle anche nei luoghi più impervi. Se è presto per i dati ufficiali, resta la certezza degli hotel sold-out e delle piazze gremite all’inverosimile senza dimenticare le spiagge dove, dal 5 al 7 luglio scorso, si sono scatenate almeno tre generazioni, piedi nella sabbia e cuore leggero».

È questa, allora, la strada giusta da percorrere?

«Assolutamente sì. La Notte Rosa è diventata maggiorenne e l’anno scorso ha ricevuto in dono un aggiornamento sul claim attraverso Pink Fluid, un messaggio di inclusione che è proseguito anche quest’anno, quando abbiamo varato un nuovo format, che in occasione dei 70 anni di Romagna Mia, ha trasformato il nostro territorio in una grande dance floor all’aperto, dall’hip hop al country passando per il liscio. Un epilogo naturale perché il ballo, ricordiamocelo, è il linguaggio universale per eccellenza».

Un commento social che l’ha colpita?

«Non è una sorpresa che la gente si diverta in Romagna ma diversi commenti rimarcavano stupiti il pienone registrato in ogni luogo».

Com’è andato il “flash mob” del 6 luglio?

«Era una prima volta assoluta ed è stata accolta con grande curiosità: c’è chi ha partecipato e chi, invece, ha assistito come spettatore immortalando la scena. A scatenarsi 11 località, sotto la guida delle scuole di ballo della Romagna con una coreografia curata da Alessia Molinari di Cruisin’Arts. Il tutto sulle note di “Weekend Dance”, il brano realizzato da me e Moreno il Biondo e cantato dalla nuova orchestra della Gen Z del Liscio Santa Balera, reduce da Sanremo, assieme alla collaborazione di altri dj».

Un’idea in cantiere per il 2025?

«Cercheremo di alzare “il volume” del divertimento e ogni negozio dovrà sfornare musica. Un’occasione, quest’ultima, per valorizzare le band di paese che godranno di una vetrina a 360 gradi e magari potranno trovare consacrazione sui social. Un evento che è un po’ una nuova forma di talent scout: ecco uno dei modi impliciti per declinare il futuro di “Weekend Dance”, perché passione e talento sono sinonimi. E se la bravura c’è, emerge e si fa largo».

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