Rimini. Cala la nebbia, il nautofono ancora guasto. Santolini: «Troppe spese e zero risultati»
Sale la nebbia ma il nautofono resta muto. Uno scenario che fa montare la protesta della Consulta degli operatori del porto: «Troppe spese e zero risultati». Frecciate a cui l’assessore Morolli ribatte con una data, quella della prossima settimana quando, dice, «sarà risistemato il laser che capta la nebbia e innesca l’impianto della palata».
Non c’è pace per uno dei simboli di Rimini, quel nautofono che nel 2019 proprio la Consulta riattivò di tasca propria e donò al Comune, sostenendo una spesa da 5mila euro. Un risultato raggiunto, dopo sei anni di braccio di ferro, che ribaltò la decisione sancita nel 2013 dalle Capitanerie di porto, pronte a spegnere la voce di impianti ritenuti obsoleti quanto alla sicurezza delle navi. Negli anni a impedire il lieto fine non sono mancati i guasti fino alla violenta mareggiata del 2022 che convinse l’amministrazione a spostare la centralina in un luogo protetto, al riparo dalle onde. Seguì un nuovo taglio del nastro l’11 aprile 2024 in occasione della Giornata nazionale del mare.
«Così non va»
Proprio dal presidente della Consulta, Gianfranco Santolini, giunge una netta critica sull’assordante del faro acustico della città, considerato dai riminesi un’icona identitaria. «La domanda non è da quant’è che non funziona ma piuttosto quando mai ha funzionato – esordisce con una punta di sarcasmo -. Non abbiamo notizie ufficiali e si va avanti a forza di voci di corridoio, fermo restando che le valutazioni vengono pagate con i soldi dei cittadini».
Da qui il bivio. «O si dichiara che è impossibile ripararlo o si provvede al suo ripristino». A rincarare la dose, dal Club nautico, è Sergio Giordano, uno dei tanti iscritti al Club nautico, che ricorda l’importanza dell’avvistatore nautico «come dimostra il caso di un sub ravennate che di recente ha perso l’orientamento al calar della nebbia. Quando la capitaneria di porto lo ha rintracciato, si trovava a due miglia dalla costa, in preda all’ipotermia». «Dell’ennesimo guasto ho avvisato più volte chi di dovere – precisa – finché l’Ufficio relazioni pubbliche mi ha risposto così: “La ditta interessata è già stata sollecitata al fine di risistemare e riattivare il nautofono”. Ma tutto tace».
La risposta
Mattia Morolli, assessore ai Lavori pubblici, replica che «già dalla prossima settimana rientrerà al lavoro il tecnico che segue il laser del dispositivo. Detto questo – concede - si è registrato un momento di stallo, a causa del maltempo che ha impedito alla squadra di Anthea di lavorare». Quanto alle spese, precisa che Palazzo Garampi ha ricevuto il supporto di una fondazione marchigiana, il problema però non sono tanto i costi della “sirena felliniana” quanto la difficoltà a reperire i pezzi di ricambio «per un vero reperto dell’archeologia industriale». Un’odissea, questa, che diluisce le tempistiche. «Per le riparazioni – fa presente - abbiamo usato gli ultimi pezzi esistenti in Italia, scovandoli a Pesaro. Ogni volta va usata la massima attenzione e ringrazio il team di Anthea per la professionalità».
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