Bellaria, il Comune dice stop al palazzo di 7 piani: «Niente taglio del 10% ai volumi iniziali»

Rimini
  • 24 giugno 2024

Stop alla palazzina in costruzione. Tutto tace da giorni in via Caduti della libertà a Bellaria conferendo un aspetto quasi spettrale tra teli bianchi e impalcature ad una costruzione giunta, sebbene allo stato grezzo, al settimo ed ultimo piano.

Il Comune di Bellaria Igea Marina ha annullato in autotutela il permesso di costruire dov’era prevista la ristrutturazione - mediante demolizione e ricostruzione - di un albergo dismesso, l’Hotel Central Park. Il cambio d’uso dell’immobile, da alberghiero a residenziale, prevedeva la realizzazione di 35 appartamenti e 18 garage sotterranei. Come spiegano dal municipio l’unico limite da rispettare nella dismissione alberghiera è quello, stavolta disatteso, «della riduzione del 10% del volume iniziale». Una vicenda complessa, quella in corso, che ha visto anche l’aprirsi di un contenzioso tra le varie parti coinvolte e in cui il Comune si è costituito in giudizio. Ora la doccia fredda per la ditta costruttrice arriva quando l’edificio ha raggiunto il settimo piano, a fronte di lavori accelerati dopo le prime comunicazioni comunali «in maniera parossistica», che «trova peraltro testimonianza e riprova negli accertamenti eseguiti dalla polizia amministrativa e nei verbali di elevati sugli orari dei lavori».

L’annullamento del permesso di costruire, che era stato rilasciato nel giugno del 2023, dipende «dalla quantificazione dei parametri urbanistico-edilizi» da usare per il calcolo della nuova costruzione, in base al Rue (regolamento urbanistico edilizio) in vigore. Le risultanze, emerse dopo i controlli, mostrano «macroscopici scostamenti, di quasi il 12%, tra i dati reali e quelli dichiarati dal progettista dell’intervento», soprattutto in relazione ai volumi. Una situazione tale da «non permettere sanatorie».

Il primo semaforo rosso, seppure non definitivo, era arrivato dall’amministrazione nel febbraio scorso, quando l’allarme lanciato dal palazzo confinante, in via Roma, aveva fatto giungere i vigili del fuoco che avevano confermato la gravità della situazione. I controlli avevano evidenziato «un dissesto statico oltre a improvvise crepe nei muri del palazzo, che sorge accanto al cantiere». Nel mirino dei residenti erano così finiti «la mancata distanza minima tra le pareti dotate di finestre degli immobili confinanti» ma anche il futuro aumento del traffico, in una via così stretta da esser preclusa alla circolazione, fatta eccezione per i pochi residenti, «ma anche l’altezza prevista per il nuovo edificio, che avrebbe superato di tre piani tutti gli immobili circostanti, a 100 metri dal municipio». «Un ecomostro», l’avevano definito in molti, che avrebbe reso «meno salubre la quotidianità, riducendo per tutti il godimento di luce, spazio e aria».

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