Il piano triennale stilato da Ausl Romagna e sindacati nell’autunno scorso «è già coperto» e le graduatorie in essere sono ormai esaurite. Questo in sintesi è quanto il direttore generale dell’azienda sanitaria romagnola replica alle critiche della Cisl Fp Romagna che ha accusato, in sintesi, l’azienda di non assumere abbastanza e di costringere il personale a straordinari e salti di riposo e ferie.
Il piano assunzioni
«Quello che posso dire – è l’esordio del direttore generale – parte da una considerazione: tutti gli anni in autunno, insieme alle stesse organizzazioni sindacali, aggiorniamo il piano triennale delle assunzioni: quello stilato nello scorso ottobre è coperto». Ballano, precisa Carradori, una cinquantina di posti su un totale di 17.800 lavoratori che sono ritenuti fisiologici date le caratteristiche di un lavoro con grande turnover come quello della sanità. «L’Ausl ha proceduto a fare tutte le stabilizzazioni del personale che avevano i requisiti di legge» aggiunge il direttore generale, ed è quindi possibile che alcuni dei posti disponibili siano stati coperti in questo modo. Ma il problema sta a monte e riguarda il mercato del lavoro. Traducibile così: l’Italia non abbonda di medici, infermieri e operatori socio sanitari. «Il problema è proprio questo – riprende il direttore generale –: le graduatorie sono esaurite, sia infermieri sia medici non sono semplici da reperire. L’unica graduatoria ancora in essere, ma in via di esaurimento, è quella degli oss. A breve anche per queste figure faremo un nuovo bando di concorso».
Il post Covid
Durante la pandemia, per quanto riguarda gli infermieri, è stata prosciugata una graduatoria che era stata pensata per durare tre anni e subito è stato bandito un altro concorso da cui gli idonei sono stati chiamati a lavorare nel giro di pochi mesi. «Per l’emergenza sanitaria, tra vaccini e tamponi, abbiamo messo in campo 810 persone. Ora visto che la pressione si è attenuata in 240 sono stati destinati ai reparti ospedalieri e alla medicina territoriale». Il problema riguarda anche il rapporto tra privato e pubblico, sistemi che si integrano tra di loro ma che si fanno concorrenza quando si parla di mercato del lavoro: «Le cliniche private generalmente riescono a offrire contratti migliori ai medici, il pubblico è più attrattivo per gli infermieri. In entrambi i casi è un problema, ma il nodo resta sempre il reperimento del personale». Carradori precisa inoltre che per quanto riguarda le ferie e i salti di riposo non ci sono grosse criticità «e anzi in media si stanno recuperando le ferie precedenti». Ma concorda con i sindacati sulle poche risorse che vengono messe a disposizione, a livello nazionale, per la sanità: «Servirebbero molti più fondi per migliorare le condizioni di lavoro. Non è una scelta che dipende dalle singole Ausl ma posso dire che su questo fronte i sindacati hanno in me un alleato».