Arrestata la sciamana riminese finita nel mirino di “Striscia la notizia”: la prima accusa partì da Ravenna

Rimini
  • 13 settembre 2024

E’ stata arrestata Sara Duè, la sciamana riminese finita nell’occhio del ciclone per le sue presunte doti da guaritrice. Come riporta Brescia Today, la donna, sulla quale aveva acceso i riflettori anche “Striscia la notizia”, era finita nel mirino della Procura di Brescia. Anche i genitori di un bambino della Valcamonica di soli 6 mesi, affetto da una grave neoplasia, si erano infatti rivolti alla “scienziata guaritrice”. La donna e i due collaboratori sono stati arrestati nelle scorse ore: devono rispondere, a vario titolo, di estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo di una professione, truffa e lesioni personali.

La scomparsa di un 45enne ravennate

A lanciare la prima accusa, avvalendosi del piccolo schermo, è la madre del ravennate Massimo che si è ammalato di tumore a 43 anni ed è morto a 45 dopo aver deciso di affidarsi a Sara. Ma lei rimanda gli strali al mittente. «Massimo ha continuato le cure, sebbene gli esami non avessero evidenziato masse tumorali ma solo sacche di liquido. Detto questo, non l’ho sottoposto a qualsivoglia trattamento, non possedendo peraltro il macchinario ridicolizzato dalla tv. Al contrario l’ho seguito, ma solo come sostegno psicologico, in un paio di sedute».

Respinta anche la seconda accusa, l’aver convinto Marta, giovane bresciana e madre di un bambino affetto da un tumore di 4 centimetri alla vescica a lasciare la chemio per affidarlo al protocollo della terapia quantistica. Era il 2023 e il piccolo aveva appena un anno. A lanciare il guanto della sfida è il marito di Marta. «Mai consigliato di interrompere le terapie tradizionali - ribadisce Dué -, sono stati i medici a sospenderle dopo 6 mesi, vista la mancanza di risultati». Così, durante la pausa, in attesa di valutare se procedere a un intervento (poi eseguito nel gennaio scorso a Padova dove il bimbo è tuttora ricoverato) sarebbe stata Marta a rivolgersi alla sciamana ma solo per avere il contatto di un altro medico e poi farsi seguire come counselor, «a causa del rapporto conflittuale col marito dovuto soprattutto a motivi economici».

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