A processo per omicidio stradale per l’auto in divieto: assolto dopo 5 anni
![La ciclista morì dopo settimane di ricovero La ciclista morì dopo settimane di ricovero](http://www.corriereromagna.it/binrepository/768x511/0c79/768d432/none/11807/QQNK/dat13050134_1415759_20250216195334.jpg)
Aveva parcheggiato la sua auto in divieto e proprio lì accanto due persone in bicicletta si sono scontrate e una è morta. Per questo motivo, un riminese allora 30enne è stato accusato di omicidio stradale e portato alla sbarra degli imputati davanti al giudice del Tribunale di Rimini. Un incubo giudiziario da cui si è risvegliato dopo quattro anni e mezzo, quando il giudice Luca Gessaroli ha emesso la sentenza di assoluzione, dichiarandolo non colpevole perché il fatto non sussiste.
Il pronunciamento è arrivato la scorsa settimana, mettendo il punto a una vicenda che risale all’11 novembre 2020, quando una donna di 55 anni, Gabriella Parmeggiani, ha perso la vita per una tragica fatalità mentre era in sella a una bici elettrica. La riminese stava infatti facendo un giro di prova con il mezzo che intendeva acquistare, quando, nel ritornare verso il negozio di bici, appena imboccata una strada contromano, si è scontrata violentemente con un altro ciclista che pedalava nel corretto senso di marcia. Il violentissimo sinistro era avvenuto all’intersezione tra via Montefeltro e via Marco Polo, a due passi dal centro storico, laddove si trovava l’auto del 30enne, posteggiata in divieto, a meno di cinque metri dall’incrocio.
Nella tesi accusatoria, proprio la presenza del mezzo, parcheggiato laddove non doveva, aveva ostruito la visuale ai due ciclisti, che si erano inevitabilmente scontrati a forte velocità, provocando traumi poi risultati letali per la 55enne. Parmeggiani, infatti, morì dopo alcune settimane nell’ospedale di Stato di San Marino, dove era stata ricoverata in virtù della sua cittadinanza. Avendo contratto anche il Covid, era stata eseguita l’autopsia, per accertare quale fosse stata la causa del decesso. Stabilito che la donna era morta per via delle lesioni riportate nell’incidente, per il 30enne che aveva parcheggiato male la macchina è scattata l’accusa di omicidio stradale finendo a processo, nel corso del quale è stato assistito dall’avvocato Luca Greco.
A provare l’inesistenza di colpe a carico del riminese oggi 35enne, il confronto tra i consulenti (di parte e quello nominato dalla Procura): alla luce delle consulenze e delle testimonianze, è risultato non sussistere il nesso di causalità tra il parcheggio a meno di 5 metri e l’incidente mortale. In sostanza, le due bici si sarebbero comunque scontrate, anche a causa del fatto che la 55enne poi deceduta stava risalendo la strada contromano.