Turismo. Per Riccione un’estate complicata ma settembre rilancia speranze
Un’estate “complessa”, in cui si è lavorato, fatturato e dunque guadagnato meno. Ma con una coda che permette di “rimettere la testa avanti e guardare con maggiore ottimismo al futuro”. Insomma “poteva andare molto peggio”. Federalberghi Riccione fa questa mattina il tradizionale punto con la stampa sull’andamento del turismo nel 2023 - annata inevitabilmente condizionata dall’alluvione di maggio - alla luce dei dati dell’Osservatorio Luigino Montanari, che quest’anno registra un record di risposte: 140 questionari compilati su 376 strutture aperte. “Siamo partiti con delle aspettative alte ma poi l’alluvione ha sparigliato le carte. I numeri sono in calo ma non raccontano una sconfitta, bensì resistenza”, sintetizza i dati il responsabile dell’Osservatorio Claudio Montanari: i periodi più critici sono i primi 15 giorni di giugno e agosto, ma tutta l’estate è in negativo, settembre a parte. Sono venuti a mancare i turisti di prossimità, lombardi ed emiliano-romagnoli su tutti, e si sono visti pochi giovani. Più nel dettaglio, le presenze negli alberghi da gennaio a settembre sono in calo del 3,9%, con picchi di circa il 10% per giugno e luglio, e del 6,8% per agosto, e una risalita del 4% a settembre. “Un dato clamorosamente negativo rispetto al 2019”. Il calo si riduce al 2,6% calcolando l’extra alberghiero e le ottime perfomance dei campeggi. Mentre gli arrivi sono in rialzo, rispettivamente, dello 0,7% e dell’1,3%. “Lombardia ed Emilia-Romagna sono i buchi neri” e il fatto che sia il mercato italiano a determinare il successo della Perla Verde, suggerisce Montanari, fa capire che occorre “diversificare i mercati”, non parlando più di “destagionalizzare ma di ristagionalizzare, con una importante azione sui mercati esteri”.
Con questi dati l’estate è stata comunque per oltre otto albergatori su 10 “sufficiente se non discreta”, dicono i questionari, anche se per la prima volta dal 2013 per nessuno è stata “ottima”. Non così male dunque tra alluvione, cavallette, guerre, inflazione, balneazione, mancanza di una giunta e cattive comunicazioni. Così per il 30% è stata uguale all’anno scorso, per altrettanti peggiore e per il 33% migliore. Il calo nelle presenze è stato avvertito dal 64% e per il 40% di questi è stato tra il 15% e il 25%. “A qualcuno è andata particolarmente male”, chiosa Montanari. Le campagne di comunicazione post alluvione non hanno funzionato, prosegue, e “si è percepito che la regione non fosse pronta”, da qui “un freezing nelle prenotazioni” che si è prolungato fino a metà giugno. Da metà agosto, poi, “l’estate è andata in ripresa”. Gli albergatori con cali di presenze segnalano come particolarmente critici la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, l’alluvione e la competizione estera; e hanno reagito abbassando i prezzi, “una scelta difficile”, e puntando sul marketing. Riscontrando tra le difficoltà maggiori quelle dell’aumento dei costi e della mancanza di personale, per il quale non è nemmeno semplice trovare alloggio. Difficoltà soprattutto per cucina, sala e bar.
In questo contesto risulta difficile investire, e oltre la metà infatti non prevede di farlo nel 2024, ma gli albergatori segnalano anche l’importanza di puntare sui mercati esteri con campagne mirate e il potenziamento delle infrastrutture di arrivo, strade e aeroporto. Mentre tra le criticità puntano il dito contro cancellazioni last minute, una new entry, parcheggi e ordine pubblico. La Perla Verde, continua Montanari, “su alcuni dotazioni è indietro o fa scarsa manutenzione” e gli albergatori ritengono prioritari per la città gli interventi su viale Ceccarini, sul centro termale e sul porto. “Ci si aspettava invece un risultato più eclatante sul gradimento del parco eolico”: per il 57% è negativo, per il 30% neutrale e il 13% lo valuta positivamente. Mentre oltre sette su 10 parteciperebbero alle comunità energetiche. Infine il tasto dolente della tassa di soggiorno, il nuovo software viene bocciato da oltre l’80%, e le statistiche di autostrade con le uscite al casello di Riccione, in lievissimo calo; del gas, con i consumi in calo del 15%; dell’acqua, in rialzo del 5%; e dei rifiuti, in calo del 4,5%.
Dati che sono la cartina di tornasole di un’estate tribolata.