Truffatore seriale tra Riccione e Bologna: confiscati beni per quasi 4,5 milioni VIDEO

Riccione
  • 27 marzo 2025

Dopo la conferma integrale, da parte della Cassazione, del sequestro operato nel settembre del 2022, la Guardia di finanza di Bologna ha eseguito un decreto di confisca emesso dalla Corte d’appello bolognese ai sensi della normativa Antimafia nei confronti di Salvatore Marrazzo, imprenditore 53enne di origini campane, ma residente da anni nel capoluogo emiliano.

Le confische e i fallimenti pilotati a catena

All’uomo sono stati confiscati, dettagliano le Fiamme gialle, “sette compendi immobiliari, situati principalmente nei centri storici di Bologna e di Riccione, alcuni dei quali utilizzati per attività commerciali (tra cui il ristorante-pizzeria ‘La Bella Napoli’ di via San Felice a Bologna e il bed and breakfast ‘Maison Juliette’ di via Riva Reno, nelle immediate vicinanze); disponibilità monetarie, polizze vita e altri strumenti finanziari per oltre 1,6 milioni di euro e una società, titolare delle attività commerciali”. Il tutto per un valore stimabile in circa 4,4 milioni di euro, somma che sostanzialmente corrisponde alla “sproporzione tra i redditi dichiarati negli anni dall’uomo e dai suoi familiari e l’agiato tenore di vita palesato, i fabbisogni di spesa e gli ingenti investimenti effettuati nel tempo”. L’imprenditore, ricordano i finanzieri, è “risultato coinvolto in un’indagine condotta tra il 2018 e il 2020”, nell’ambito della quale “era stato arrestato, con altre sei persone, per aver architettato un sistema di ‘fallimenti pilotati a catena’, con correlata e ingente evasione fiscale”. Dai successivi approfondimenti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria è emersa, scrivono dalla Guardia di finanza, la “spiccata ‘pericolosità economico-finanziaria’” di Marrazzo, ricostruita “grazie all’analisi e alla valutazione del suo ampio e variegato ‘curriculum criminale’, contraddistinto da numerosi episodi delittuosi di natura tributaria, fallimentare e contro il patrimonio”.

Escalation di frodi e un tesoretto di circa 9 milioni

Tra l’altro, Le Fiamme gialle sottolineano la “continua escalation” di questi episodi, dal momento che l’imprenditore è “passato, in pochi anni, da truffe di lieve entità all’ideazione di articolati meccanismi di frode evasivo-fallimentari, spesse associandosi con soggetti pluripregiudicati”. Questa “abituale propensione a delinquere”, prosegue la nota, ha dato modo alll’uomo di “accumulare un ‘tesoretto’ quantificabile in circa nove milioni di euro”, che costituiva non solo “l’unica fonte di sostentamento per lui e per la sua famiglia, anche alla luce dei redditi irrisori dichiarati negli anni (poco più di 400.000 euro in 25 annualità d’imposta)”, ma anche “la ‘base finanziaria’ da cui attingere per perfezionare dispendiosi investimenti societari e immobiliari tra Bologna e la Riviera romagnola”. Buona parte delle risorse così impiegate “provenivano, come ricostruito grazie alla cooperazione giudiziaria internazionale, da conti correnti accesi in una banca croata, dove venivano ‘dirottate’ ingenti somme di denaro provenienti dalle società ‘pilotate’ al fallimento o sottratte ad imposizione in Italia”. Queste risorse, concludono le Fiamme gialle, “venivano fatte rientrare in Italia con vari escamotages, per essere poi reimpiegate in rilevanti investimenti immobiliari e commerciali”.

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