Riccione. Scontro tra Tosi e Angelini sul voto alle regionali
Se a Rimini e provincia la vittoria del candidato di centrosinistra, Michele De Pascale, è stata schiacciante, lo stesso non si può dire di Riccione. Dove a vincere, a sorpresa, vista l’amministrazione a guida Sinistra, è stata la candidata di centrodestra, Elena Ugolini (49,78% dei consensi, pari a 6.232 preferenze, contro il 47,86% dei consensi, pari a 5.992 voti). Insomma, un ribaltone che non poteva non scatenare il polemico botta e risposta tra le due prime donne della Perla verde: la sindaca Daniela Angelini e l’ex sindaca Renata Tosi, candidata per Forza Italia alle Regionali (2400 preferenze). Con quest’ultima che, nel commentare la sconfitta del centrosinistra, ha puntato il dito contro «la brutta esperienza amministrativa ancora in corso» e contro «la debolezza diffusa della giunta Angelini in tutti i settori, in primis in quello economico, e poi nel turismo e nel sociale, con una raffica di errori e progetti trascurati dagli “orti” al “buon vicinato”».
Premi e bocciature al lavoro
Inevitabile la replica stizzita della sindaca: «Intanto di quale ribaltone stiamo parlando? Nella nostra città Ugolini ha superato De Pascale di meno di 2 punti percentuali. Più che di ribaltone, se proprio si vogliono fare confronti, parlerei di recupero di consenso del centrosinistra che nelle regionali del 2020, con Bonaccini, si era fermato al 44,86%, contro il 49,69% di Bergonzoni. Basta strumentalizzazioni a danno della città di Riccione e dei riccionesi». Chiarito l’aspetto ribaltone, Angelini respinge con fermezza anche le accuse della Tosi sulla «cattiva esperienza amministrativa ancora in corso». «Non sono una politica di mestiere - puntualizza la sindaca - ma i numeri credo di saperli leggere e credo anche di saper distinguere il voto amministrativo comunale da quello regionale o da quello delle elezioni politiche o europee. Riccione, ormai da molte tornate elettorali, tende sempre a premiare il centrodestra nelle elezioni che non sono amministrative». E rilancia: «Se il voto regionale rappresentasse un premio, o una bocciatura, rispetto al lavoro di un sindaco in carica, allora la coalizione di centrodestra, nel 2022, due anni dopo, avrebbe dovuto vincere a mani basse. E invece i riccionesi consegnarono la città alla coalizione guidata da Daniela Angelini addirittura al primo turno, con oltre 12 punti percentuali sul candidato di centrodestra, Stefano Caldari. Un dato clamoroso, se non si tenesse conto della differenza tra il voto locale e quello politico, soprattutto considerando che nello stesso anno, alle elezioni politiche, nella città di Riccione il centrosinistra si fermò al 33,06% di Andrea Gnassi contro il 45,61% del centrodestra di Jacopo Morrone». Ma non basta, perché l’affondo della Angelini arriva sulle liste civiche: «Le cosiddette civiche di centrodestra continuano a raccontare una città in caduta libera. Però, sommando il loro voto a quello di Forza Italia il risultato su Riccione esprime un 18,64% di consensi. Ebbene, nel 2017 le liste civiche a sostegno di Renata Tosi più Forza Italia avevano raggiunto quasi il 26% dei voti, mentre nel 2022 erano a quasi il 27%, e nel 2014 addirittura al 28%». Quindi la chiosa al veleno: «Ho letto dei festeggiamenti della Tosi e me ne rallegro, mi congratulo per le sue 2.485 preferenze così come per le 4.156 preferenze del nostro presidente del consiglio comunale Simone Gobbi e delle 1.090 preferenze di un’altra riccionese, Antonia Barnabè. Trovo, però, disdicevole il tentativo surreale di voler dare una distorta lettura in chiave comunale delle elezioni regionali fino a parlare di “vittoria” e di “rimpianto da trasformare in un nuovo corso”».
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