Le scade il Green pass durante la lezione, invitata ad uscire lascia sola l’allieva epilettica. L’episodio si è verificato venerdì in una scuola superiore di Riccione. A raccontarlo è l’insegnante di Sostegno, protagonista suo malgrado dell’ennesima odissea ai tempi del Covid. «Dovevo lavorare sino a mezzogiorno, ma all’improvviso, mentre ero in classe, sono stata convocata dal preside. Invitata ad esibire il mio certificato verde, dopo i controlli del caso, sono stata invitata ad uscire, in quanto risultava appena scaduto».
Erano «circa le 9,30 –ricorda- ed in una decina di minuti ho dovuto raccogliere le mie cose ed andarmene». Il caso purtroppo ha voluto che «nell’ora successiva la docente curricolare non tenesse lezione in presenza, ma in collegamento da casa. Perciò di fatto la mia allieva è rimasta sola con i compagni». Al riguardo precisa: «A vigilare c’era un adulto, che fa parte del personale non docente, ma solo io sono in grado di gestire le crisi epilettiche, di cui purtroppo la studentessa soffre». Ma rifuggendo toni polemici, tiene a precisare che «il preside ha fatto solo il suo dovere, com’è giusto. Deve eseguire direttive che a mio parere sono sbagliate alla fonte. È il sistema infatti che presenta delle incongruenze, - rincara - non l’azione dei singoli».
Disabili e fragili
Così la proposta che arriva dall’insegnante è questa: «Il Ministero deve tener conto delle differenze dei ruoli, come del fatto che non esiste un orario uguale per tutti i docenti. Ma soprattutto vanno lasciate sotto i riflettori le esigenze degli allievi diversamente abili o fragili», perché «i genitori affidano i figli alla scuola, sapendo che come punto di riferimento ci sarà un determinato prof. di sostegno. Quindi – questo il pensiero della docente - se qualcosa esce dai binari, veniamo meno a una grande responsabilità». E fa presente che «seguendo casi anche molto gravi, non è possibile organizzare sostituzioni in pochi minuti, sia perché ad ogni docente è già stato assegnato un ragazzo, sia perché nei primi giorni di scuola l’organico non risulta al completo». Augurandosi dunque che per lo spinoso lasciapassare qualcosa si sblocchi a livello ministeriale, l’insegnante tiene a precisare di non essere una no–vax. «Non si può fare di tutta l’erba un fascio, - ribatte - io ricorro al tampone ogni 48 ore, perché soffro di malattie auto – immuni, ma anche perché mi sono ammalata di Covid lo scorso novembre ed ho ancora i titoli anticorpali altissimi. Anzi –sottolinea – è stato lo stesso medico a sconsigliarmi di sottopormi al vaccino». Al riguardo occorre evidenziare che di recente la direttrice della Sanità pubblica dell’Ausl Romagna, dottoressa Raffaella Angelini ha segnalato che «l’esame degli anticorpi non dà nessuna certezza di essere protetti. E affidare la propria salute a quell’esame non ha senso perché ancora non sappiamo se gli anticorpi trovati sono neutralizzanti o no». In quanto per il maledetto virus la «scienza non ha ancora individuato un titolo anticorpale che sia sicuramente protettivo». Vero è comunque che la docente si sottopone al tampone ogni 48 ore.
La replica del preside
Intanto dal canto suo il preside dell’Istituto in questione precisa che «si è provveduto a garantire la copertura per gli alunni e che questa casistica non ha prodotto alcuna criticità né per quanto concerne la sicurezza, né per quanto attiene alla vigilanza».