Riccione e i bazar in viale Ceccarini, Confcommercio: “Servono regole e bisogna fare presto”

C’è aria tesa in centro, soprattutto nei viali dello shopping: Ceccarini, Gramsci e vie attigue. I commercianti chiedono regole per il commercio e si rivolgono direttamente all’amministrazione comunale da cui ora attendono risposte.

Viale Ceccarini, da sempre simbolo del lusso e dell’esclusività della città, rischia di andare incontro a un cambiamento epocale: la recente apertura di un outlet gestito da commercianti bengalesi al posto del vecchio W12 e le voci sull’imminente apertura di un minimarket asiatico stanno alimentando preoccupazioni e malumori tra gli esercenti.

Cna

«Nel tavolo per il commercio, assieme all’amministrazione, abbiamo iniziato ad elaborare una serie di norme attuabili in tutta la città – spiega Roberto Corbelli, presidente di Cna Riccione -. Non un regolamento unico ma, come definisce la nuova normativa, la costituzione di hub urbani che seguano una direttiva unica e non passibile di cambiamenti».

I titolari delle attività si chiedono perché non vengono invitati a questi tavoli: «Gli esercenti sono tutti iscritti ad associazioni di categoria che funzionano da interfaccia tra gli imprenditori e l’amministrazione, il che significa che bisogna fare una sintesi che integri tutte le richieste». Inoltre spiega che, come associazioni di categoria, anche con le precedenti amministrazioni era stato sollevato il problema di viale Ceccarini. «Sono convinto che i migliori interlocutori siano i consorzi, i comitati d’area, perché conoscono la situazione e sono gli attori sul territorio. Gli imprenditori, solitamente, guardano all’oggi; noi guardiamo oltre, alla progettualità futura, a migliorare la qualità della vita degli imprenditori, affinché vengano tutelati».

Il tavolo sul commercio e sui dehors sta lavorando per «tutelare i commercianti locali, perché senza commercio la stabilità sociale ed economica muore. Il tavolo è il punto di partenza».

Confcommercio

Gli imprenditori del viale parlano di «caduta libera» e temono che l’afflusso di negozi di bassa qualità possa danneggiare irreparabilmente il prestigio della strada dello shopping, spesso definita “il salotto” di Riccione. «Il mercato è libero e aperto - dice Alfredo Rastelli, presidente di Confcommercio Riccione – e non si è legiferato sulla qualità, le tipologie e l’offerta delle attività. Il privato può affittare a chiunque, ma neanche questo è giusto, visto che fa il suo tornaconto e viene meno al rispetto nei confronti dei colleghi».

Insomma avere la propria attività in viale Ceccarini è un privilegio e, come tale, bisogna rispettarlo. «Ciò che ci auguriamo è che venga applicata quanto prima una normativa ad hoc, per mantenere alto il livello dell’offerta commerciale, evitando l’apertura indiscriminata di bazar, negozi di telefonia e Compro oro. Alla prossima riunione (in programma il 25 giugno ndr) solleverò queste problematiche, con la speranza di fare in fretta. L’obiettivo è creare un sistema di regole che non sia impugnabile legalmente e che riesca a preservare l’identità distintiva di viale Ceccarini».

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