Riccione. «Alla colonia Bertazzoni una casa per minori senza famiglia»

Riccione

C’è l’interesse di un privato per acquisire l’ex colonia Bertazzoni e trasformarla in una grande casa per i minori senza famiglia. Ma non solo: nell’operazione sono coinvolti a vario titolo anche il Vaticano e Unicef. A comunicarlo è l’avvocato romano Maurizio Riccardi, che ha scritto una lettera all’assessore a Bilancio e Patrimonio, Alessandro Nicolardi, e alla dirigente del settore competente, per manifestare «l’intento di rilevare la struttura» da parte di una sua cliente. Sull’identità dell’investitrice aleggia un certo mistero: di lei l’avvocato, «per motivi di sicurezza», omette le generalità, limitandosi a dire che è «ginevrina» e «attualmente impegnata in Spagna», ma con un avvertimento: «La potenzialità economica della benefattrice non è da equivocare con eventuali illazioni speculative». Già, perché la bussola che muove questa proposta di accordo ancora agli albori sarebbe più che nobile, nello specifico «l’intenzione di assistere e proteggere l’infanzia abbandonata».

Le proposte

Ecco perché, al di là di finalità che vengono indicate genericamente come «sviluppo imprenditoriale» e «miglioramento dello stato dei luoghi attualmente fatiscenti», si prospetta anche un tavolo di definizione degli obiettivi cui sedersi «con le organizzazioni benefiche della Santa Sede nonché con l’Unicef». L’ignota «benefattrice», promette l’avvocato Riccardi, uscirà allo scoperto «laddove sarà raggiunto un accordo che mi auspico di facile soluzione»: in tal caso «sarà interesse e premura della signora essere presente per la sottoscrizione degli atti dovuti unitamente a un diplomatico dell’Unicef e un delegato della Santa Sede».

Senza badare a spese

La prospettiva è seria e l’impegno economico non rappresenta un problema per la filantropa, che tramite il proprio avvocato ha fatto pervenire all’amministrazione comunale una missiva in cui si domanda «l’entità della richiesta» per l’acquisto, oltre a una «valutazione peritale del bene» e la disponibilità a svolgere «incontri fattivi».

Di certo c’è che, se il progetto andasse in porto, si coglierebbero in colpo solo due occasioni, da un lato dando vita a una iniziativa dal forte impatto sociale dedicata ai piccoli meno fortunati, dall’altro recuperando un edificio che, nato negli anni ’30 e di proprietà comunale dal 1972, va sottratto allo stato di abbandono. Il Comune aveva provato a venderlo all’asta a inizio 2022 con un prezzo base di 9 milioni di euro, calcolato in ragione della valutazione tecnica estimativa asseverata dal Tribunale di Rimini. Quella volta la gara andò deserta, ma oggi la svolta sembra essere davvero all’orizzonte.

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