Il canile di Riccione “sommerso” di coperte: “Grande lezione di umanità”

Riccione
  • 19 gennaio 2024

«Abbiamo chiesto aiuto e ci avete sommersi di attenzioni e il calore che sentiamo non è dato dalle centinaia e centinaia di coperte ricevute. Questa è una grande lezione di umanità e di civiltà, ma quello che più ci emoziona è che sono proprio i nostri amati animali il motore di tanta generosità». È con questo post che l’associazione “Konrad Lorenz e l’uomo incontrò il cane”, che gestisce il canile cittadino, ci ha tenuto a ringraziare il buon cuore di chiunque abbia accolto il loro appello di qualche giorno fa, con cui si chiedevano delle coperte calde per i cinquanta ospiti della struttura.

«Che questa generosità sia contagiosa – continuano – e che gli animali possano insegnare a quante più persone ad essere più umani». La solidarietà è stata tale che il centro è stato sommerso di donazioni, tanto da dover chiedere di non mandarne più: «Per il momento fermate per favore questa inondazione, perché non sappiamo più dove stivarle».

Bisogno di calore umano

«I cani hanno bisogno di calore umano – dice il presidente Massimiliano Lemmo –. Anche solo recarsi in struttura e venire a conoscere i nostri ospiti. Bisogna sapersi scegliere, spesso si adotta senza darci il giusto peso, anche i cuccioli della medesima razza sono diversi l’uno dall’altro».

Ma come procedono le adozioni? «Comprensibilmente hanno avuto un’impennata durante la pandemia di Covid, ma ora si registra una diminuzione importante delle richieste di adozione e sono in aumento le rinunce di proprietà con le quali si abbandona il proprio cane ma in maniera lecita: ci si reca in Comune e si registra la rinuncia all’adozione».

I perché degli abbandoni

Numerose sono le motivazioni che spingono ad allontanarsi dal proprio cucciolo: «Il più delle volte ci si rende conto di non poter star dietro ad un impegno del genere, magari sottovalutato. Non mancano però situazioni di separazioni, e anche decessi».

La più “cinica” è la pratica delle adozioni online in cui «non si sta chiedendo di adottare un cucciolo, ma magari la sua storia strappalacrime, l’adozione il più delle volte si interrompe e chi ci rimette è, come sempre, l’animale».

Lemmo conclude con una sorta di appello: «Venite in canile. Questo non è un lager, è un luogo in cui si cerca di rendere i nostri ospiti “adottabili”, questo è un luogo di passaggio e ben venga che si venga a conoscere i nostri cuccioli e la nostra realtà, magari ne può nascere un legame vero e sincero», conclude il presidente.

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