West Nile, progetto di Unibo per combattere un virus che ora fa paura
Il virus veicolato dalle zanzare inquieta la Romagna e il mondo della ricerca reagisce, con un progetto promosso dal decentramento locale dell’Università di Bologna e finanziato dalla fondazione Cassa. Parte da Ravenna, infatti, un importante progetto per combattere la West Nile disease, che potrà dare un decisivo contributo alla cura di questa gravissima forma di infezione: il “virus del Nilo Occidentale” rappresenta infatti sul territorio nazionale un pericolo reale. La soluzione su cui si impronta il progetto sostenuto dalla fondazione bancaria ravennate sviluppa la tecnologia Protac per combattere le infezioni: si tratta di studiare e sfruttare piccole molecole bifunzionali che riescono a impedire la sopravvivenza del virus andando a degradare specifiche proteine virali: “In particolare la tecnologia studiata sfrutterà le proteine cellulari come veicolo cruciale di questo processo, rendendole bersaglio per colpire quelle portatrici di stati patologici”, riassume Mirella Falconi, docente di Anatomia e presidente della Fondazione Flaminia.
Una mente ravennate per sviluppare la tecnologia
È lei stessa a sottolineare come questo approccio sia “estremamente innovativo e segnali un passo importante per la ricerca ravennate, anche considerando come trovi espressione in una borsa di studio di un laureando della nostra città“. La tecnologia usata infatti, come viene sottolineato in una nota della Fondazione Cassa, “rappresenta una importantissima nuova modalità terapeutica e non a caso ha già attirato l’interesse dell’industria farmaceutica, grazie ai vantaggi che potrebbe offrire rispetto alle strategie antivirali tradizionali”.
Il progetto parte dall’Università di Bologna e può contare sull’esperienza del gruppo della professoressa Maria Laura Bolognesi nel campo della scoperta di Protac e delle professoresse Elisa Boschetti e Gabriella Teti dell’Università di Bologna oltre che di diversi specialisti dell’ospedale di Ravenna ed anche di esperti e scienziati stranieri. Grazie al contributo di 70 mila euro approvato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna a seguito di una richiesta pervenuta dalla Fondazione Flaminia, la ricerca attualmente impegnata in questo campo potrà avvalersi, per l’appunto, di una Borsa di Dottorato di ricerca della durata triennale promossa dal Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna per il quarantesimo ciclo sul Dottorato in Scienze biotecnologiche, biocomputazionali e farmaceutiche.
Come agisce il West Nile
Il tutto per trovare ulteriori armi con cui contrastare un virus, il West Nile, che viene trasmesso tra gli uccelli e all’essere umano attraverso la zanzara Culex, ma può anche essere contratto tramite trasfusione di sangue, trapianto di organi, o occasionalmente per via transplacentare attraverso il feto.
La presenza della West Nile non è omogenea in tutto il territorio nazionale: tra i territori più interessati ci sono anche le aree di pianura della Romagna per cui è ancora più importante per il territorio e per la ricerca che questo progetto abbia proprio nella città bizantina un importante sviluppo ed accelerazione.
“Con questo intervento la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, presieduta da Ernesto Giuseppe Alfieri - sottolinea il comunicato diffuso dall’istituto di emanazione bancaria -, consolida il proprio intervento a sostegno concreto e crescente della ricerca e della crescita della comunità scientifica e universitaria”.