Violenza sul litorale, il prefetto di Ravenna: “Giovani frustrati che girano con il coltello. Ma prevenire tutto è impossibile”

RAVENNA -- Non chiamiamola “malamovida”, quella riguarda le bande organizzate e strutturate per delinquere. Sono piuttosto fenomeni di disagio sociale e delinquenza da parte soprattutto di gruppi di giovani adolescenti frustrati, per la maggior parte stranieri di seconda o terza generazione, che vanno in giro di notte con i coltelli in tasca. Pochi episodi singoli scaturiti per futili motivi, comunque sconcertanti e da condannare, che minano un bilancio complessivo tutto sommato positivo, ancora meglio dello scorso anno. Maggiori dettagli, però, saranno forniti la prossima settimana attraverso dati precisi».

Così il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa sugli ultimi episodi di cronaca che lo scorso fine settimana si sono verificati sul litorale, in particolare a Milano Marittima (accoltellamento di tre giovanissimi maghrebini) e Marina di Ravenna (minorenne accoltellato dopo una rissa). «Un litorale lungo 50 chilometri dove in estate abbiamo 6 milioni di turisti - continua -. Questi episodi ci sono sempre stati, ci sono e ci saranno. Non illudiamoci che se mettiamo pure 100mila poliziotti o carabinieri si possano completamente fermare. Il messaggio che dobbiamo lanciare a questi giovani è di divertirsi, ma senza eccessi»

Dalle sue parole, quindi, si può dedurre che il dispositivo di sicurezza adottato quest’estate per intensificare le attività di controllo e vigilanza sul territorio sia risultato efficace.

«Innanzitutto è stato implementato rispetto allo scorso anno, con posti fissi di polizia notturni. Grazie alle forze messe in campo (polizia, carabinieri e guardia di finanza che ringrazio), abbiamo evitato il peggio e il lavoro svolto insieme alla polizia locale mi soddisfa, poi per carità si può fare sempre meglio. A Ravenna non abbiamo baby gang e non è il Bronx, ma situazioni come in altre città italiane, con fenomeni che fanno parte della società di oggi. Le forze dell’ordine sono intervenute in tutti i casi e gli autori poi sono stati scoperti, denunciati o arrestati, o sono in corso indagini che mi auguro portino ai risultati che ci attendiamo. Questo è quello che abbiamo fatto, stiamo facendo e continueremo a fare»

L’intervista completa sul Corriere Romagna oggi in edicola

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