Via la vecchia “pipe-line”: nuovo metanodotto della Snam a Ravenna
RAVENNA. Ventisei chilometri lineari di nuova tubazione sotterranea, che circonderà in maniera anulare la città di Ravenna. Con la dismissione di quaranta chilometri di pipe-line stesa principalmente negli anni ’60 e ’70. Si tratta di un nuovo metanodotto che Snam si appresta a realizzare a Ravenna, nel quadro di una manutenzione delle reti che sta promuovendo in tutto il Paese. In questo caso parliamo però non dei tubi che capillarmente servono la rete cittadina ma di «un’infrastruttura strategica – la descrive l’assessora all’Urbanistica, Federica Del Conte –. La nostra città sarà in questo modo dotata di una linea principale più sicura e diverremo snodo della prosecuzione del metanodotto verso il Nord e verso il Centro Italia».
Una sicurezza che secondo la componente di Giunta sarà maggiore per «l’allontanamento da luoghi più fortemente antropizzati, dove adesso passa l’attuale metanodotto. E anche per il rinnovamento di una dotazione ormai vecchia di decenni. Reputiamo inoltre che se i rischi di impatto ambientale vengano fortemente abbattuti dall’interramento dei tubi – sostiene la Del Conte –, nel procedimento ministeriale che ha avviato l’iter si siano osservate le attenzioni necessarie anche per la potenzialità archeologica. E laddove non arrivassero gli enti sovraordinati, insiste la mappa che abbiamo approvato l’anno scorso in sede comunale».
Non è d’accordo il capogruppo del gruppo Misto, Marco Maiolini: «La presentazione in Commissione per l’assetto del territorio, finalizzata al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del progetto di rifacimento del metanodotto Ravenna-mare / Ravenna- terra, ha sancito molto chiaramente che si tratta di un investimento nell’ottica progettuale di lungo termine – riassume il consigliere –. Questo manufatto, infatti verrà realizzato per sostituire l’attuale condotta e garantire il trasporto dei quantitativi di gas derivanti dalle produzioni di gas naturale al largo delle nostre coste, verso il mercato del basso Veneto e lo stoccaggio di Minerbio». Elencando poi una serie di rischi, sul piano archeologico e della difesa ambientale, Maiolini si dice «perplesso: così è negata l’intenzione di una riduzione dei consumi di gas naturale, a favore del graduale incremento dell’efficienza energetica degli edifici ed alla penetrazione delle fonti rinnovabili in tutti i settori».
Di altro segno la considerazione di Lorenzo Margotti, capogruppo del Pd nella stessa commissione: «Il metano è strategico per la transizione energetica, è importante però che i cittadini siano dovutamente informati sullo sviluppo di questa infrastruttura».