Scuola con vacanze estive accorciate e pausa in primavera, sindacati e presidi frenano: “Troppo caldo senza condizionatori”

Il dibattito sulla riorganizzazione del calendario scolastico (qui il sondaggio del Corriere Romagna) non è privo di complessità, sia per le ricadute sul turismo nazionale, da sempre influenzato dalle vacanze scolastiche, sia per l’organizzazione e lo stato delle scuole, sia soprattutto per il clima in Italia, nello specifico in Emilia-Romagna, sempre più caldo anche nei mesi di giugno e settembre. In tale contesto lo “spring break” non trova grandi favori né tra i dirigenti scolastici romagnoli, né soprattutto nel mondo sindacale, di sicuro il più critico alla proposta dell’assessora regionale Conti.

Come spiega Monica Ottaviani, segretaria generale della Slc Cgil Emilia-Romagna, «La scuola è un soggetto da maneggiare con cura, rispettando i diritti degli studenti e del personale in cui ci lavora. Innanzitutto non mi piace come viene posto il dibattito, senza tenere conto di fattori come quello che l’80% degli edifici scolastici non è a norma. Per fare cambiamenti al calendario bisogna considerare che la nostra edilizia scolastica è fatiscente: ci vogliono strutture dotate di condizionatori, cosa questa che non avviene nella stragrande maggioranza dei casi».

Ottaviani poi evidenzia anche il percorso didattico-educativo, commisurandolo con il clima, il territorio e le esigenze economiche. «Sono circa 15 anni - sottolinea - che il calendario, concepito in maniera così rigida, è stato introdotto dalla Regione, togliendo flessibilità alle singole scuole. È necessario però fare i conti anche su altri aspetti collaterali, come per esempio il piano dei trasporti e l’organizzazione delle scuole. Non ho nulla di pregiudiziale su questa proposta, ma in questo dibattito bisogna ragionare tutti insieme in maniera molto seria, coinvolgendo anche il personale scolastico, che magari potrebbe avere ulteriori idee alternative».

I dirigenti scolastici

Viaggiano sulla stessa onda di Ottaviani, anche se in maniera meno netta, alcuni dirigenti scolastici del territorio. «Potrebbe anche essere positivo per i professori godere di una pausa in un periodo dell’anno non di alta stagione, come le festività e i mesi estivi – spiega Daniela Massimiliani dell’Istituto professionale Molari e Einaudi di Santarcangelo e Bellaria – ma guardando la questione a livello globale io non sono favorevole. Nella mia scuola, giusto per fare un esempio, già a fine maggio le aule sono infuocate dal caldo, così come a metà settembre. Senza condizionatori, è quasi impossibile portare avanti l’attività scolastica in questi periodi, pensiamo se li allunghiamo in modo ulteriore. E poi c’è da considerare il problema delle gite, che vengono organizzate proprio tra febbraio e aprile. In questo modo, il ritmo delle lezioni scolastiche sarebbe davvero messo a dura prova».

Seppur critico, è più possibilista Gianluca Dradi, dirigente scolastico del Liceo artistico “Nervi-Severini” di Ravenna. «Si tratta di una proposta che merita una riflessione e un approfondimento. Si potrebbe prendere in considerazione una maggiore autonomia della scuole nella organizzazione del calendario, oggi molto rigido. Inoltre sarebbe necessario dotare gli istituti scolastici di condizionatori, da utilizzare quando il clima è molto caldo. Se si tratta solo di una settimana ci si può anche pensare, ma se il periodo è più lungo la vedo invece davvero molto dura».

A porre altre due problematiche da affrontare, infine, è il dirigente scolastico del Liceo classico “Morgagni” di Forlì, Marco Lega. «Questa proposta la vedo di difficile realizzazione per altri due motivi. Il primo riguarda i consumi: già il contenimento energetico è un problema in inverno, figuriamoci in estate con l’utilizzo massiccio di condizionatori. In secondo luogo c’è il nodo degli esami di Stato a giugno-luglio e quello del recupero dei debiti formativi ad agosto-settembre. Con questa nuova pausa il calendario diventerebbe sempre più fitto proprio in un periodo dell’anno in cui il clima non è favorevole».

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