Scritte no vax davanti a farmacie, hub e scuole tra Ravenna e Cervia: 40enne a giudizio

La sua battaglia no-vax a colpi di bomboletta spray, lo aveva portato a colpire i luoghi simbolo della campagna vaccinale, nel momento più acceso della lotta alla diffusione del virus. Identificato alcuni mesi dopo i primi raid del 2021, ieri la giustizia gli ha presentato il conto dando il via al processo. Davanti al giudice Roberta Bailetti e al vice procuratore onorario Marianna Piccoli, si è aperto il procedimento penale che vede un 40enne ravennate accusato di danneggiamento e imbrattamento. L’uomo, operaio incensurato e noto per le sue posizioni contro la campagna vaccinale anti-Covid, deve rispondere di sei episodi contestati, tra cui scritte vandaliche su farmacie e strutture sanitarie.
I luoghi presi di mira
Le accuse riguardano specificamente gli imbrattamenti ai danni delle farmacie di Coccolia, Classe e San Pietro in Campiano, oltre a due episodi verificatisi all’ospedale di Cervia e uno nella strada antistante l’istituto alberghiero della stessa città del sale. L’imputato è assistito dall’avvocato Eleonora Leoncini del Foro di Firenze, che ha avanzato l’intenzione di sentire i titolari delle farmacie per verificare la possibilità di un ritiro delle querele, il che ridurrebbe il numero dei capi d’imputazione. Tuttavia, per quanto riguarda i danneggiamenti su suolo pubblico, il procedimento proseguirà comunque d’ufficio.
L’inchiesta
L’indagine, avviata nell’estate del 2021 e coordinata dal procuratore capo Daniele Barberini, fu condotta dai carabinieri del Nucleo Informativo, che raccolsero prove determinanti. Gli atti vandalici, eseguiti con vernice rossa, erano diventati un fenomeno seriale, colpendo farmacie, istituti scolastici, hub vaccinali e sedi sindacali tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena. Nel corso dell’inchiesta almeno 15 episodi sono stati ricondotti a lui, tutti caratterizzati dalle stesse modalità, con scritte contro il green pass e le politiche governative sulla pandemia.
Nel corso della perquisizione domiciliare, furono inoltre rinvenuti volantini e materiale propagandistico. Documenti che suggerivano una rete più estesa, con il sospetto di possibili complici nei vari colpi messi a segno. Chiuse le indagini, però, il 40enne è il solo chiamato a risponderne di fronte al giudice.