Sanità, con i Cau -20% dei codici bianchi al Pronto soccorso in Emilia Romagna

Ravenna
  • 12 settembre 2024

Un calo del 20% dei codici bianchi e del 10% dei codici verdi nei primi nove mesi del 2024, mentre aumentano leggermente gli accessi per i codici più gravi. Complessivamente, la diminuzione degli accessi ai Ps nei primi sette mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023 è del 7%. Un risultato che per la Regione vuol dire una sola cosa: i Cau funzionano. I 42 Centri d’assistenza per le urgenze meno gravi aperti finora in Emilia-Romagna (saranno 50 entro fine anno) hanno raggiunto quota 400.000 accessi. Ci lavorano in tutto 476 medici, la metà specializzandi. Per l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, i Cau «stanno facendo bene il loro mestiere, che non è quello di fare concorrenza ai medici di base né occuparsi di patologie complesse. Ricordo che siamo all’inizio di un processo di riforma e ai primi risultati ottenuti». Donini e i suoi collaboratori snocciolano i dati aggiornati sul funzionamento dei Cau. L’86% degli accessi ai centri sono risolutivi (cioè il paziente esce con una diagnosi e una terapia) e si aspetta in media meno di 90 minuti. Sta calando, ma è ancora al 6,5% del totale (all’inizio era attorno al 10%), il rinvio al Pronto soccorso di pazienti che si sono presentati al Cau. Inoltre sei pazienti su 10 sono sotto i 64 anni, un dato letto positivamente dall’assessore perché è soprattutto sopra quell’età che si entra nella cronicità, ambito dei medici di base e non dei centri di assistenza urgenza. Incoraggianti anche i 6.295 questionari compilati dagli utenti, che parlano di un livello di soddisfazione del 90%. Curiosità: il 26% di chi si è rivolto al Cau, oltre un quarto del totale, e’ venuto a sapere della novità tramite passaparola. Un altro 21% proprio dai medici di base, segno che, come osserva Donini, “non c’e’ tutta questa ostilità da parte dei medici di famiglia nei confronti di queste strutture”. Molti inoltre dichiarano di essersi rivolti al Cau su suggerimento del proprio medico o non riuscendo a contattare il proprio dottore.

La Regione ha analizzato anche i flussi degli accessi ai Pronto soccorso. Il calo maggiore degli accessi (tasso per 1.000 abitanti) rispetto allo scorso anno si registra a Parma, con un netto -35%. Ci sono anche località, sia pure in numero minore, dove invece gli accessi crescono. Il record è a Scandiano, provincia di Reggio Emilia: +17%. Ebbene, analizzando i dati il «90% delle aree in cui abbiamo un aumento del ricorso al Ps non hanno ancora il Cau o ce l’hanno troppo distante», spiega Mattia Altini, dirigente regionale che si occupa della rete ospedaliera, E’ ad esempio il caso di Forlì, dove il Cau più vicino è oggi a Santa Sofia. Comunque finora non tutti i Cau ‘ospedalieri’ stanno dando i riscontri sperati e Donini non esclude modifiche. «La forza del progetto Cau è nella sua flessibilità. Dove funzionano meno rispetto alle attese vedremo di precisare meglio il servizio. Nessun imbarazzo nell’aggiustare in corso d’opera. Dove c’è da aggiustare qualcosa si aggiusta, l’importante è il risultato», sottolinea l’assessore.

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