Ricorso respinto. Restano sequestrati al porto di Ravenna i farmaci per le zone di guerra

Ravenna

Resta sotto sequestro al porto di Ravenna il maxi carico di sciroppo destinato alle zone di guerra in Medio Oriente. Questa la decisione del tribunale del Riesame, che ha rigettato il ricorso presentato dal legale rappresentante dell’azienda cagliaritana Advanced Biomedical, indagato con l’accusa di avere imbarcato prodotti medicali provenienti da San Marino ma marchiati “Made in Italy”.

Era stata l’Agenzia delle dogane, lo scorso novembre, a intercettare oltre 100mila flaconi per un totale di 16 quintali di medicinali, per un valore attestato intorno ai 96mila euro. Al centro dell’inchiesta il “Fortus”, uno sciroppo per la tosse e contro patologie dell’apparato respiratorio. Erano destinati a Beirut, in Libano, da dove, tramite un contatto del posto, sarebbero stati smistati e consegnati ad alcune Ong operative in Siria e, pare, intenzionate a farli filtrare anche a Gaza. Insomma, l’obiettivo dichiarato era quello di aiutare le popolazioni che ormai da oltre un anno affrontano gli orrori della guerra, anche dal punto di vista delle implicazioni sanitarie dovute all’inalazione di microparticolati e pulviscolo dispersi nell’aria da polveri e bombardamenti.

A mettere un freno alle “buone intenzioni”, tuttavia, sarebbe stata la procedura per realizzare e successivamente confezionare il medicinale. Prima di arrivare alla distribuzione, infatti, il farmaco passa da San Marino; una sorta di “espatrio” che farebbe cadere, secondo l’accusa, la possibilità di apporre il marchio “Made in Italy”. Da qui l’accusa di “vendita di prodotti industriali con segni mendaci”.

Contro il sequestro convalidato dal giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti, aveva presentato ricorso il difensore del legale rappresentante della Advanced Biomedical, l’avvocato Luca Sannio, del foro di Nuoro. Nella sua istanza di dissequestro aveva puntato a dimostrare che il 63% delle fasi di produzione fossero avvenute in Italia, requisito necessario per ottenere il marchio, affidandosi al Titano solo per il packaging. Una richiesta presentata producendo circa 250 pagine comprensive di una consulenza a firma del professor Silvio Massimo Lavagna, docente all’Università La Sapienza ed esperto di tecnica farmaceutica. La sua conclusione attesterebbe che - a differenza delle contestazioni - San Marino non sia il Paese di produzione dello sciroppo, e che la lavorazione (compresa la raccolta delle materie prime) consenta di dichiarare il prodotto come realizzato in Italia. Per il tribunale di Ravenna, tuttavia, il carico deve rimanere sotto sigilli. Decisione sulla quale la difesa dell’azienda produttrice annuncia l’intenzione di presentare ricorso in Cassazione.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui