Riccardo Muti al Senato e la persecuzione dei telefonini cafoni
L’ultima puntata di un malcostume del terzo millennio è andata in scena ieri al Senato. Squilla il telefono e il maestro Riccardo Muti non la prende bene. Fuori programma al concerto in Senato dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, fondata e diretta da Muti. Mentre il direttore d’orchestra esegue la Sinfonia “Roma” di Bizet, squilla un cellulare. Il maestro - raccontano i presenti - si scurisce in volto ma va avanti. Più tardi, al termine del concerto - il quarto diretto da Muti a Palazzo Madama - il direttore prende la parola per raccontare l’esperienza del suo lavoro con i giovani musicisti e la gioia di tramandare l’amore per la musica alle nuove generazioni. Un impegno che il maestro porta avanti anche in zone e contesti difficili come Scampia. Ma lo squillo di un altro telefono irrompe sulle parole del direttore. A questo punto, Muti si spazientisce e con un guizzo esclama: «Stutatelo sto telefono», detto in napoletano. Insomma: «Spegnetelo sto telefono». E l’Aula esplode in un applauso