Ravenna, una crepa sul muro di Sant’Apollinare Nuovo. Verifiche in corso della Curia; per il monumento Unesco presto anche un sopralluogo della Soprintendenza

Ravenna
  • 12 dicembre 2023

Una crepa che percorre in verticale il muro esterno dell’abside della basilica di Sant’Apollinare Nuovo, l’allarme lanciato sui social da una cittadina, la segnalazione alla soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e ai vigili del fuoco da parte di Italia Nostra, e il monitoraggio della Curia arcivescovile proprietaria del monumento riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Questi gli attori di una storia che tutti vogliono abbia un lieto fine ma di cui al momento non ci sono certezze. Per ora c’è l’impegno a breve di un sopralluogo effettuato da tecnici specializzati per verificare l’entità della crepa e del danno ben visibile dall’esterno. «Il nostro monitoraggio è costante e le verifiche avvengono anche per la basilica di San Vitale - spiega Enrico Maria Saviotti portavoce della Diocesi -. La custodia di un bene monumentale così antico significa rilevare le situazioni critiche senza sottovalutare nulla. Nel caso sia necessario un intervento il progetto va valutato e approvato dalla Soprintendenza».

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L’antica muratura, visibile da un piccolo parco pubblico, presenta una lesione nella parte bassa fino a terra, con lo spostamento di uno dei mattoni in prossimità di uno dei fori presenti con cadenza regolare in tutto l’apparato murario. Impossibile al momento valutare i motivi e la pericolosità della lesione. La sezione ravennate di Italia Nostra con la referente Francesca Santarella ha inviato una segnalazione e dagli uffici della Soprintendenza assicurano un intervento dell’architetto responsabile Marzia Iacobellis per verificare l’accaduto. Sui social in un post, domenica, era apparsa una foto e un commento sullo stato dell’abside. «La crepa un mese fa non c’era - scrive Donatella Marini - e il cornicione in corrispondenza della colonna centrale era quasi intatto».

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La storia

La basilica di Sant’Apollinare Nuovo, oggi affacciata su via di Roma, fu realizzata dal re goto Teodorico nel 505, come cappella palatina dedicata al Salvatore, legata al culto ariano. Con l’avvento dei bizantini, nella metà del VI la basilica fu intitolata a San Martino in Ciel d’Oro e solo nel IX secolo a Sant’Apollinare, periodo nel quale le reliquie del patrono furono traslate in città da Classe, a causa delle frequenti incursioni piratesche sulla costa. Nell’anno 725 la chiesa venne danneggiata da un violento terremoto, che ne fece crollare l’abside e la decorazione musiva. Un’abside semicircolare all’interno e poligonale all’esterno, che fu ricostruita nel XVI secolo e decorata nel XVIII secolo. Nel corso del Novecento fu nascosta con la costruzione di un’abside più stretta sui resti dell’emiciclo originale. Smantellata fu restaurata e ricollocata con gli arredi nel 1996 assumendo l’aspetto attuale.

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