Ravenna, un altro maggio piovoso. L’esperto: “Valori nella media, non preoccupano”

Ravenna

RAVENNA - Maggio si conferma il mese più piovoso della primavera. Dati alla mano, il meteorologo Pierluigi Randi, presidente di Ampro, spiega perché le ultime precipitazioni sono in linea con il mese che stiamo vivendo. Anche se parte della popolazione ha associato i temporali di questi giorni a quanto accaduto l’anno scorso, i numeri in realtà parlano di una situazione decisamente diversa. Siamo di fronte a un maggio piovoso, ma non al di sopra della norma.

“Gli accumuli registrati fino ad ora sono in media con quelli del periodo – chiarisce Randi -. L’unica eccezione è rappresentata dai territori di Lugo e Bagnacavallo, dove il passaggio di due perturbazioni particolarmente organizzate hanno portato accumuli sopra i 100 millimetri che sono decisamente oltre alla norma. Nelle altre zone del territorio provinciale le quantità di pioggia sono state regolari. Tra Conselice, Voltana e Lavezzola, siamo intorno ai 40-50 millimetri di pioggia, a Faenza e Ravenna sui 50 millimetri e a Porto Corsini e Cervia sui 40. In tutto il mese di maggio, secondo la statistica dovrebbero cadere nella nostra pianura tra i 50 e 60 millimetri. La quota potrà essere raggiunta nei prossimi giorni visto che, comunque, la fase di instabilità proseguirà ancora per un po’. Di sicuro, ciò che stiamo vivendo oggi non è paragonabile ai numeri registrati nel 2023, quando in pianura caddero tra i 250 e i 380 millimetri. In collina i millimetri furono ancora di più e si riversarono in pianura attraverso i corsi d’acqua. In queste settimane la situazione è diversa. Sui rilievi ha piovuto ma senza raggiungere quantità allarmanti per cui i fiumi sono rimasti sotto controllo”.

Il perdurare della fase di instabilità è confermato anche dall’ennesima allerta meteo diramata dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia-Romagna. Fino alla mezzanotte di oggi è allerta gialla per condizioni di spiccata instabilità atmosferica che favoriranno lo sviluppo di temporali forti, con possibili effetti e danni associati.

Le piogge di maggio sono arrivate quando in larga parte dei fiumi è stata fatta una pulizia radicale. Diversi tratti sono stati letteralmente spogliati di ogni pianta: “Siamo in un momento in cui gli argini sono ancora deboli e in larga parte rifatti – dice Randi -. In alcuni tratti sono state effettuate operazioni di pulizia che hanno azzerato la vegetazione, ma questo non è un bene. Le piante rinforzano gli argini e sono un alleato prezioso per evitare rotture. La vegetazione è fondamentale e sarà cruciale permetterle di ricrescere in modo da rallentare la corrente e far diminuire la pressione sulle pareti dei fiumi pensili. Come sostengono validi geologi, sarebbe un errore tenere gli argini spogli. Forse rassicura alcuni, ma in realtà rende ancora più pericolosa l’acqua dei fiumi. Occorre preservare una vegetazione flessibile con canneti, arbusti e alberi non enormi”.

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