Ravenna, sulla dogana e l’ipotesi declassamento polemica Regione-Governo sull’uso dell’algoritmo
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![Il governatore dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale Il governatore dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale](http://www.corriereromagna.it/binrepository/768x576/0c11/768d432/none/11807/WOSD/a20241128t040147-m-10-211-97-200-6o-2-3-02-f_1390541_20250207175942.jpg)
RAVENNA. La risposta del Governo sulla riclassificazione dell’ufficio delle Dogane e i Monopoli di Ravenna fa arrabbiare il presidente della Regione Michele de Pascale e l’assessora alle Infrastrutture Irene Priolo. Perché, attaccano, «un algoritmo non può decidere il futuro di uno snodo cruciale», ovvero quello del porto ravennate che è peraltro al centro di un piano di investimenti e della zona logistica semplificata.
Le accuse della Regione
Dunque «non possiamo ritenerci soddisfatti», della risposta alla Camera, perché «riclassificare l’Ufficio delle Dogane in terza fascia è una scelta ingiustificata che, invece di supportare il rilancio infrastrutturale e logistico del porto, rischia di penalizzare un’infrastruttura centrale per il commercio nazionale e internazionale proprio nel momento in cui è oggetto di importanti investimenti per il suo potenziamento». De Pascale e Priolo sottolineano infatti che lo scalo portuale «è uno snodo fondamentale per l’economia regionale e nazionale, un’infrastruttura che si colloca tra le principali d’Europa per traffici e prospettive di crescita». E per questo non condividono il metodo «con cui è stato determinato questo declassamento, basato su parametri che non tengono conto della reale funzione del porto e delle dinamiche economiche e logistiche in atto. Fattori che un algoritmo non può calcolare, né che una revisione triennale è sufficiente a correggere». Al porto di Ravenna, ricordano poi, è in corso un piano di investimenti e iniziative infrastrutturali «fondamentali per la competitività del territorio, a partire dal Progetto Hub, che prevede il potenziamento delle banchine, il dragaggio dei fondali e il miglioramento dei collegamenti ferroviari». Senza dimenticare l’istituzione della Zona logistica semplificata dell’Emilia-Romagna, «pensata per attrarre investimenti e rafforzare la competitività del sistema portuale».
La scelta sulla sede delle Dogane «si basa su un approccio tecnocratico, più che strategico», che «rischia di penalizzare un’infrastruttura in crescita, su cui si stanno concentrando risorse pubbliche e private per rafforzarne il ruolo internazionale», ribadiscono presidente e assessora. Ecco perché «continueremo a chiedere al Governo di rivedere questa decisione e di adottare criteri di valutazione più aderenti alla realtà economica e strategica del porto di Ravenna. Non possiamo accettare che venga penalizzato proprio mentre si stanno gettando le basi per il suo futuro».
La posizione del governo
L’Ufficio dell’Agenzia delle Dogane e i monopoli di Ravenna «risulta pesato e graduato, rispetto a tutti e 72 gli uffici italiani, in modo coerente, oggettivo ed equilibrato in relazione ai modelli impiegati in ambito internazionale». E per questa sede non sarebbe previsto un declassamento, ma «una nuova valutazione del ‘peso’ delle responsabilità dirigenziali, commisurate a dati statistici oggettivi». Il giorno dopo la dichiarazione dell’Agenzia delle Dogane, che ha in pratica smentito un ridimensionamento, il sottosegretario all’Agricoltura, Luigi D’Eramo, ha risposto così stamattina all’interrogazione dei parlamentari Pd sulla sede ravennate dell’Agenzia delle Dogane.
I criteri dell’algoritmo
D’Eramo ha detto che l’Adm sta facendo una valutazione del ‘peso’ della sede di Ravenna e di tutte le altre. Valutazione che si basa su un algoritmo che mette in relazione tutta una serie di fattori che includono competenze, processi decisionali e responsabilità in capo a ogni sede e porta a un punteggio complessivo che individua la fascia (cinque in tutto) di posizione per ogni struttura. Il tutto è quindi il risultato di un «articolato processo di comparazione» tra tutte le strutture usando un «algoritmo di valutazione comparativa», arrivato dal 2002, fino a «determinare il ‘peso’ di tutti gli uffici locali Adm e alla classificazione nella ‘graduazione’ corrispondente, sulla base di tre driver e otto criteri». I driver sono competenza, problem solving e finalità.
Alla ‘voce’ competenza fa capo il volume attività che comprende a sua volta molti elementi, dal numero punti vendita di giochi e tabacchi a quello delle dichiarazioni doganali di esportazione, importazione e transito fino alla movimentazione prodotti energetici e alcolici per il settore accise. Per ciascun indicatore c’è una graduatoria delle strutture, col 72 che rappresenta la posizione di maggiore rilevanza e l’uno che rappresenta invece la posizione di minor rilevanza. A ciascuna struttura è attribuito un punteggio unico determinato da una combinazione lineare pesata di ciascun valore. Il sottogretario precisa poi che la distribuzione nelle cinque fasce dei 72 uffici locali Adm «deve tener conto, per evidenti ragioni di continuità organizzativa e di vincoli finanziari e di contabilità pubblica, della ripartizione delle fasce dei 106 Uffici delle dogane e dei monopoli. Ciò evidentemente, anche, per il rispetto delle risorse finanziarie attribuite a tale finalità che obbliga l’amministrazione al rispetto dei vincoli di contabilità». Il nuovo assetto organizzativo prevede l’istituzione di un ufficio locale Adm ‘Struttura dirigenziale di livello non generale’, ha spiegato ancora D’Eramo, costituito dall’Ufficio delle dogane di Ravenna, a cui sono attribuite quota parte delle competenze territoriali dell’Ufficio dei monopoli per l’Emilia-Romagna. Dunque si prevede «l’istituzione di un presidio territoriale, costituito da una Struttura di livello dirigenziale non generale, operante in tutti gli ambiti di competenza dell’Agenzia».
E’ vero però che i dati su attività e contesti operativi possono cambiare nel tempo, ha precisato il sottosegretario, «rendendo indispensabile un processo di revisione e aggiornamento delle valutazioni». E visto che gli incarichi assegnati per la gestione degli uffici locali Adm sono di tre anni «l’amministrazione avrà cura di verificare a regime - attraverso un processo di revisione periodica delle valutazioni, basato sui medesimi parametri qui dedotti - con cadenza triennale, il corretto allineamento di tutte le Strutture organizzative di riferimento». Insomma, per D’Eramo «il percorso amministrativo condotto dall’agenzia è, quindi, coerente sia con il nuovo Regolamento di amministrazione, recentemente approvato dal ministero dell’Economia e delle finanze, sia con un modello di pesatura e di graduazione che basa il suo iter istruttorio su una metodologia quanto più oggettiva possibile». L’ufficio locale Adm di Ravenna, ha concluso d’Eramo «risulta, quindi, pesato e graduato, rispetto a tutti e 72 gli uffici italiani, in modo coerente, oggettivo ed equilibrato in relazione ai modelli impiegati in ambito internazionale».