Ravenna, spara con la scacciacani regalata. I vicini chiamano, 45enne a processo

Ravenna
  • 25 gennaio 2025

Spari nella notte. In strada, sotto casa. Volevano testare come “suonava” la calibro 9 appena ricevuta in regalo. Non un’arma funzionante, per carità, ma comunque una scacciacani. Che vista dal vicinato puntata in aria, “suonava” e sembrava proprio come una pistola vera, con tanto di bagliore seguito dal boato. Non c’è da stupirsi se il 15 settembre di due anni fa, a lungo via Godo, strada principale che attraversa Villanova di Ravenna, i carabinieri ricevettero immediatamente la telefonata di una residente terrorizzata. Dalla finestra aveva visto un gruppetto di persone attorno a un uomo con il braccio alzato intento a premere il grilletto. Il regalo ha avuto vita breve, subito sequestrato dalla pattuglia, che ha successivamente denunciato il proprietario per procurato allarme e per esplosioni pericolose.

Si tratta di un 45enne di origine moldava, che ieri è comparso a processo davanti al giudice Tommaso Paone.

Tra i testi chiamati a rispondere alle domande del vice procuratore onorario Katia Ravaioli, è stata proprio una delle vicine che quella notte di due anni fa, intorno alle 22, osservò la scena dalla finestra di casa. Ai carabinieri, giunti poco più tardi, descrisse il suono di «uno sparo» e «il bagliore» fuoriuscire dalla canna, aggiungendo che chi impugnava l’arma (o meglio, «qualcosa che sembrava una pistola») era «un uomo basso, dalla carnagione olivastra, che indossava pantaloni scuri», identificato nella persona che abitava nell’appartamento vicino.

Quando i carabinieri bussarono a casa dello straniero trovarono la moglie. Lui nel frattempo era andato invece al bar vicino. Uno dei militari in forza alla stazione di Russi ha descritto l’intervento iniziato con le comprensibili cautele dettate dalla possibilità di trovarsi a dover fare i conti con un individuo armato. Fortunatamente però si è mostrato subito disponibile quando la pattuglia gli ha chiesto se fosse armato; dopo avereli accompagnati nuovamente a casa propria, ha consegnando spontaneamente la scacciacani. La collaborazione però non gli è stata sufficiente a evitare la denuncia per la quale ieri era giudizio.

Assistito dall’avvocato Riccardo Bottarelli del foro di Alessandria, ieri ha riportato la sua versione dei fatti, spiegando che «la pistola era un regalo appena ricevuto da mio cugino e da un amico come ringraziamento perché erano venuti a trovarmi e li avevo accompagnati a vedere Venezia e San Marino». Proprio nella Repubblica del Titano, avevano quindi acquistato la scacciacani portata a casa come dono. «Quella sera non la utilizzai - ha però riferito l’imputato -. Mi dissero, “vediamo come suona”. Sparò l’amico, che era venuto in Italia dalla Germania».

Proprio lui figura tra i testi chiamati a deporre. E per sentirlo l’udienza è stata rinviata al mese prossimo.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui