Ravenna, sempre meno ambulanti al mercato: perse 60 bancarelle in pochi anni

Ravenna

RAVENNA - In Romagna i venditori ambulanti sono circa 20mila, ma da alcuni anni scontano un drammatico calo delle vocazioni. Guido Guidazzi, presidente provinciale della Fiva (Federazione italiana venditori ambulanti), parla di una perdita di lavoratori che ogni anno si aggira intorno al 5-6%: “Se la tendenza proseguirà – dice – stimiamo che il nostro lavoro possa scomparire nell’arco di un ventennio. I fattori di criticità sono molteplici a partire dalla concorrenza spietata del commercio online e della grande distribuzione. I fatturati sono in calo ed è un mestiere che richiede grandi sacrifici e impegno. A queste condizioni ci sono sempre meno persone che decidono di avviare o proseguire un’attività nei mercati che in media, nel nostro territorio, hanno perso tra il 20 e il 30% delle postazioni. L’unica piazza che resiste è Cervia. È forse il mercato più in forma della regione e ancora oggi conserva 420 bancarelle. Per ora è riuscito a resistere alla crisi e rappresenta uno dei punti di forza di questo settore. Da altre parti la crisi colpisce duro. Negli ultimi anni una piazza importante come Ravenna è passata da 240 a 180 postazioni. È un vero peccato, si sta perdendo un mestiere storico che da sempre ha animato e fatto parte della vita delle città e dei paesi. Si stima che a livello italiano i venditori ambulanti siano oltre 220mila”.

Guidazzi spiega che quasi tutti i mercati del territorio di Ravenna hanno ristretto gli spazi perché c’è una minore richiesta di piazzole: “In questo momento manca un ricambio generazionale – dice -. I giovani sono poco attratti dal mestiere. Al momento è considerato poco appetibile e lo è ancora meno dopo gli anni del Covid che hanno visto un’impennata dei commerci online. In Romagna poi abbiamo subito un’ulteriore batosta con l’alluvione. È un vero peccato perché il nostro mestiere si fonda su un contatto umano che è difficile replicare in altre modalità di commercio. Faccio questo mestiere da 35 anni e ci sono ancora clienti che tutti i sabati vengono a prendere il caffè con me. È un settore che andrebbe tutelato con agevolazioni e soprattutto con incentivi agli imprenditori sotto i 35 anni. Servono nuove leve ma bisogna garantire strumenti che possano permettergli di avviare l’attività. Negli anni è cresciuta la quota degli ambulanti stranieri, i primi ad arrivare sono stati i cinesi, poi si sono aggiunte altre nazionalità ma i margini di guadagno sono molto bassi. Tra le merci che resistono meglio c’è l’abbigliamento femminile e i prodotti enogastronomici, soprattutto quelli che puntano sulla tipicità di provenienza”.

Il presidente provinciale, e vicepresidente nazionale, di Fiva parla anche delle spese per le piazzole: “Il plateatico rappresenta un costo non indifferente – conclude Guidazzi -. Al mercato di Ravenna, ad esempio, per una piazzola si pagano circa 560 euro all’anno per poterne disporre 8 ore alla settimana, al mercoledì o al sabato, dalle 6 di mattina alle 14. Se si fanno entrambe le giornate si fa la somma dei costi. Un ambulante in media fa dai 4 ai 6 mercati alla settimana e la domenica può partecipare alle fiere”.

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