Ravenna, sciopero dei metalmeccanici: corteo lungo via Trieste VIDEO

Ravenna
  • 28 marzo 2025

Giornata di sciopero quella di oggi e via Trieste chiusa al traffico per una manifestazione indetta dai sindacati del settore metalmeccanico. Sono presenti al corteo circa 350 lavoratori che protestano per il mancato rinnovo del contratto collettivo.

In provincia di Ravenna sono attive oltre 400 aziende metalmeccaniche e verso le 10 è partito il corteo dal piazzale del cinema Astoria lungo via Trieste fino a piazza Paul Harris.

“I lavoratori e le lavoratrici hanno risposto con una grande partecipazione – commentano Riccardo Zoli, Andrea Mingozzi e Nicolas Bertilotti, rispettivamente di Fim, Fiom e Uilm -. Sia i dati sull’adesione allo sciopero sia la partecipazione al corteo sono stati molto significativi e rafforzano ancora di più la nostra determinazione a riaprire il tavolo delle trattative. Siamo molto soddisfatti per le percentuali di adesioni nelle oltre 400 aziende presenti nella nostra provincia interessate dalla mobilitazione. Lo sciopero è riuscito al 100% in Siderurgica Ravennate, De Angelis e Fonderie Morini. Alla Marini l’adesione è stata del 75% con percentuale del 95% nel reparto produzione. Una situazione del tutto simile si è registrata alla Iemca. Alla Cisa l’astensione dal lavoro è stata tra 75 e l’80%.

L’obiettivo rimane riconquistare il tavolo di trattativa con Federmeccanica e Assistal e rinnovare il contratto nazionale in tempi rapidi. Contemporaneamente hanno scioperato anche i lavoratori che rientrano nel contratto collettivo nazionale Unionmeccanica-Confapi”.

“Il 12 novembre scorso – recita la nota dei sindacati - dopo otto incontri per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei metalmeccanici con Federmeccanica e Assistal, si è determinata una rottura al tavolo della trattativa (iniziata il 30 maggio 2024) dopo che la controparte non ha risposto alle richieste contenute nella piattaforma di Fim, Fiom, Uilm, ma ha presentato una vera e propria contropiattaforma che presenta proposte economiche vaghe e condizionate dalla sostenibilità per le aziende. Nessuna proposta concreta sulla riduzione dell’orario di lavoro e sul mercato del lavoro. Insoddisfacenti risposte su inquadramento professionale e formazione continua”.

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