Ravenna, Regione e Comune chiedono all’Agenzia delle dogane di rivedere il declassamento dell’ufficio del porto
RAVENNA. È già partita con destinatario il direttore Roberto Alesse la lettera con cui la Regione Emilia-Romagna, sostenuta dal Comune di Ravenna, chiede all’Agenzia delle dogane di rivedere la decisione di declassare in terza fascia l’ufficio del porto di Ravenna. Ripristinandone le risorse necessarie. Il tema è stato al centro, ieri in Consiglio comunale a Ravenna, di un question time del Partito democratico. E nella risposta l’assessore al Porto Annagiulia Randi ricorda che la richiesta di potenziamento dell’organico era stata avanzata già due anni fa «senza riscontri». Il declassamento, prosegue, «non tiene conto dei bisogni del territorio e delle richieste del porto», che nel 2024 ha movimentato circa 25 milioni di tonnellate di merce. L’Ufficio, dà i numeri, conta 56 funzionari e un dirigente per gestire tutti gli adempimenti sul Candiano, di 750 sale gioco e di un grande polo distillatorio. Per oltre due milioni di euro riscossi. Una mole di lavoro che crescerà nei prossimi anni, chiosa l’assessore, con l’arrivo della nave rigassificatore e la realizzazione del nuovo terminal crociere e del nuovo terminal container. Dunque l’ufficio andrebbe potenziato invece che declassato. togliendo risorse, uomini e mezzi, e mettendo «a rischio porto e imprese». Il livello, conclude Randi, è «inadeguato» alla mole di lavoro e non garantisce i necessari controlli e sicurezza. Si tratta di una decisione «incomprensibile, anche alla luce della Zona logistica semplificata, intempestiva e ingiusta, basata su criteri e parametri astratti e scollegati dalla realtà».