Ravenna, raccolta firme contro la bretella di Porto Fuori. Un centinaio di persone all’incontro

RAVENNA - C’erano un centinaio di persone alla riunione dei cittadini contrari al progetto della bretella di Porto Fuori. A portare avanti la protesta oggi sono soprattutto i cittadini che abitano nella zona che sarà attraversata dalla strada, realizzata come compensazione della maxi lottizzazione prevista nel paese. Il punto è che in molti si sono detti contrari a questa scelta e a breve partirà una nuova raccolta firme contro il progetto. Anche il Consiglio territoriale si era pronunciato contro ma non è servito a fare cambiare idea a Palazzo Merlato.

Eppure un precedente esiste. Lo ricordano bene gli stessi cittadini che hanno tirato fuori dai cassetti una lettera del 2015, firmata dal compianto assessore ai Lavori Pubblici Enrico Liverani, in cui l’amministrazione scriveva ai residenti per annunciare l’intenzione, data la loro contrarietà, di procedere con la circuitazione del paese. La lettera è stata letta durante l’assemblea: «Alla luce del fatto che gli abitanti di Porto Fuori non reputano più utile l’intervento - scriveva Liverani - si propone di sospendere il progetto, di non procedere alla costruzione della circuitazione». Concludeva l’assessore: «Occorre far si che gli interessati privati possano realizzare l’urbanizzazione senza impattare con la costruzione di un’opera pubblica che non risponde né ai desideri né alle esigenze di sviluppo di un paese assai mutato nel tempo».

Quello che sottolinea il comitato è la differenza d’approccio dell’amministrazione rispetto alle opere pubbliche e alla volontà della popolazione. Il comitato sottolinea «la rabbia e lo sdegno» espresso venerdì sera in assemblea. «Da 20 anni i portofuoresi si sentono vittime delle decisioni antidemocratiche delle amministrazioni comunali. I cittadini sono stufi di sentire inascoltata la loro voce per il no, le loro firme vanificate, stufi di accorgersi che gli espropri dei loro terreni vadano avanti senza atti amministrativi formali. Uniti da una causa comune le cittadine e i cittadini sono determinati ad andare avanti con tutti i mezzi per fermare la brutale opera di cementificazione di un’importante area verde del paese». I tempi - scrivono - «stanno cambiando ed è necessario ripensare i piani urbanistici, che non si adattano più alle necessità del territorio, alla crisi climatica che stiamo affrontando e di cui abbiamo pagato le conseguenza solo un anno fa con l’alluvione».

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