Ravenna, protesta per la carenza di personale nel settore della cultura
Buona partecipazione dei lavoratori del Ministero della cultura alla manifestazione organizzata da FP CGIL Ravenna, CISL FP Romagna e UILPA Ravenna lunedì 4 luglio, davanti alla sede della Prefettura di Ravenna in piazza del Popolo, per denunciare, ancora una volta, la carenza di personale nel ministero della Cultura.
Al termine i rappresentanti sindacali sono stati ricevuti dal viceprefetto dott Pierluca Castelli che ha ascoltato la rappresentazione della situazione in cui versa il ministero della Cultura ad oggi e in modo particolare la drammatica carenza per gli istituti della provincia di Ravenna. Ad esempio la SABAP, Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio, i cui uffici vedono la presenza di 40 persone rispetto alle 79 previste, non meglio all'Archivio di Stato con sole 7 unità in servizio. Stessa situazione per i siti della Direzione Regionale Musei ambito di Ravenna, i cui dipendenti ad oggi non riescono ad assicurare ordinarie aperture quotidiane dei siti, ma solo articolate combinazioni di orari possibili e giornate parziali. Tutto ciò, concludono i sindacati, ha ovvie conseguenze sull'utenza sia in termini di attesa delle pratiche che di fruizione dei luoghi della cultura.
Le organizzazioni sindacali denunciano, oltre alla carenza di personale, anche la mancanza di un percorso condiviso nella gestione del Pnrr, l’eccesso di burocrazia che mina direttamente i percorsi di mobilità, le progressioni economiche ed i passaggi tra le diverse aree. Infine è stata azzerata la possibilità di lavoro da remoto, una scelta ritenuta poco oculata e contraria allo spirito d’innovazione che dovrebbe invece caratterizzare l’attore pubblico, essendo peraltro inquadrato nel nuovo CCNL come “una delle possibili modalità di effettuazione della prestazione lavorativa”.
Se a questa manifestazione, svoltasi non solo a Ravenna ma su tutto il territorio nazionale, non seguiranno risposte concrete, come FP CGIL, CISL FP e UILPA, continueremo nelle nostre proteste, organizzando altri presidi fino a che dal Ministero non otterremo risultati concreti sia sul piano organizzativo che su quello occupazionale.