Ravenna, pochi medici a Chirurgia Vascolare. Rischio di riduzione delle attività
Carenza di organico fra il personale medico, turni di reperibilità ben oltre il limite imposto dal nuovo contratto nazionale, un monte complessivo di oltre 900 giorni di ferie da smaltire, un’équipe reperibile che presta la propria opera non solo sull’ospedale di Ravenna ma anche su Lugo e Faenza, nonostante la normativa contrattuale non lo consenta. Questa è la situazione di massima sofferenza dell’unità operativa di Chirurgia vascolare dell’ospedale di Ravenna secondo quanto segnalato, con una lettera in Regione, da Uil Fpl.
Le criticità emerse sono in parte condivise con l’Urologia che si ritrova il personale medico impegnato in guardie sui presidi ospedalieri di Faenza e Lugo. Criticità che nel tempo hanno prodotto un effetto negativo come il licenziamento volontario di uno dei professionisti al lavoro in Chirurgia vascolare, evento definito da Uil Fpl «una sconfitta per il sistema» e che ha messo in massimo allarme l’intera unità operativa. All’orizzonte, stante la situazione, si profila la riduzione delle attività con l’effetto di allungamento delle liste di attesa, si prospetta l’impossibilità di sostenere il peso delle reperibilità e di rispondere alle richieste di collaborazione provenienti da altri reparti. Arriva quindi la richiesta urgente ai vertici aziendali di adeguare la dotazione di risorse umane della Chirurgia vascolare in modo tale da garantire lo svolgimento delle prestazioni mediche in sicurezza e secondo le normative vigenti.
L’applicazione del nuovo contratto di lavoro pone limiti stringenti al numero di reperibilità del personale medico con non più di 40 guardie per quadrimestre, quota abbondantemente superata a Ravenna e non, fa sapere Uil Fpl, nei presidi ospedalieri di Rimini, Forlì e Cesena, dove gli organici non sono in sofferenza e la presenza di pro