Ravenna, pini abbattuti a Marina Romea: due persone condannate
RAVENNA - Con un decreto penale di condanna trova una prima soluzione il “giallo” dell’abbattimento di un’area pinetata comunale di 7.700 metri quadrati a Marina Romea, sul lato sinistro del fiume Lamone, in prossimità del villaggio turistico della cooperativa Capannisti tempo libero. L’area inserita nel parco del Delta del Po, classificata zona speciale di conservazione (Zsc) e zona di protezione speciale (Zps) presumibilmente nel mese di febbraio del 2023 era stata rasa al suolo senza autorizzazioni.
A denunciarlo il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi con un’interrogazione e un esposto in Procura. Dopo il sequestro dell’area, le indagini dei carabinieri forestali e la promessa del sindaco di rinaturalizzare e piantumare la zona sfregiata nell’autunno 2023, Ancisi ha continuato a chiedere notizie fino a settembre 2024 quando si è rivolto alla Procura della Repubblica, qualificandosi come persona offesa dai fatti, in quanto consigliere comunale, chiedendo di conoscere lo stato del procedimento penale.
Decreto penale
Il 2 ottobre il pubblico ministero Monica Gargiulo ha risposto all’istanza e Ancisi ha potuto ottenere una copia del decreto penale, emesso dal Gip Corrado Schiaretti il 16 settembre 2024, che ha condannato alla pena di 11.400 euro di ammenda il committente delle opere, ovvero il presidente della Cooperativa Capannisti Tempo Libero, e il titolare dell’impresa esecutrice, imputati, «in concorso tra loro, del reato di cui all’art. 181 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, perché “eseguivano, o facevano eseguire, in un’area soggetta a vincolo, opere edilizie, in assenza dell’autorizzazione ambientale/paesaggistica», e ancora per l’utilizzo di mezzi meccanici in grado di danneggiare un habitat naturale protetto (art. 733 bis del codice penale).
Ancisi aveva inviato all’autorità giudiziaria nel febbraio 2023 una copia di una mail della cooperativa mandata ai propri soci nella quale si faceva riferimento all’esecuzione di una pulizia esterna «dell’area dei capanni fronte pineta, al fine della sicurezza del villaggio da eventuali e possibili incendi boschivi».
Il consigliere rileva che il Comune non si è qualificato come parte offesa, rinunciando ad essere informata della conclusione del procedimento penale. E in più ha chiesto conto dei lavori promessi ricevendo come risposta l’intenzione di conferire entro l’anno un incarico per un progetto di fattibilità e di inserire l’intervento nell’elenco annuale dei lavori del 2025 per un costo di 80 mila euro. «Occorre che il Comune avvii una causa civile verso i responsabili del disboscamento per il risarcimento del danno materiale (la ricostituzione dell’ambiente abbattuto e deteriorato) e del danno che ne è derivato alla propria immagine, cioè alla reputazione e al prestigio