Ravenna, nasce il giardino dedicato ai combattenti volontari in Spagna dal 1936 al 1939

Sabato 8 marzo alle 10.30 il Comune di Ravenna, l’Anpi provinciale di Ravenna, l’Associazione Spinaroni, l’Aicvas (Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna) inaugureranno una targa commemorativa nell’area verde tra via Rocca Brancaleone e via Gastone di Foix che si chiamerà “Giardino combattenti ravennati volontari per la Repubblica di Spagna. Brigate internazionali 1936/1939”.
Alla cerimonia, che si svolge nell’ambito del Festival delle culture, e in occasione della battaglia di Guadalajara che iniziò proprio con un’offensiva italiana l’8 marzo del 1937, parteciperanno il presidente del Consiglio comunale Massimo Cameliani, Bruna Tabarri (proponente dell’intitolazione), Renzo Savini presidente provinciale Anpi Ravenna, Ivano Artioli presidente Associazione Spinaroni e Marco Puppini, vice presidente nazionale Aicvas. Saranno presenti anche Angelino Argelli, figlio di Eugenio e Oreste Orioli figlio di Attilio, due dei volontari ravennati che combatterono in Spagna.
La guerra civile in Spagna iniziò nel 1936 quando un gruppo di generali, guidati da Francisco Franco, e con il sostegno di Hitler e Mussolini, cercò di rovesciare la repubblica democratica spagnola. Vi fu l’appello degli antifascisti di Spagna che chiedevano aiuto a chiunque avesse a cuore la libertà. In soccorso della Repubblica spagnola partirono uomini e donne da 53 Paesi. Fra di loro anche circa 5mila italiani che combatterono come volontari antifascisti inquadrati nella Brigata Garibaldi e nella Colonna Italiana di Carlo Rosselli. Trentasei furono i volontari originari della provincia di Ravenna, otto quelli dalla nostra città. I repubblicani resistettero 32 mesi, poi vennero sconfitti e in Spagna si instaurò una dittatura feroce che terminò solamente con la morte di Francisco Franco nel 1975. Ma l’esperienza di quegli uomini e di quelle donne diventò il maggior laboratorio per la Resistenza europea e per sconfiggere il nazifascismo nella seconda guerra mondiale.
Oltre alla targa di intitolazione del giardino è stato posizionato un leggio con tutti i nomi dei 36 ravennati che hanno combattuto in Spagna.
Nell’ambito del Festival delle culture, oltre a questa intitolazione, nel pomeriggio, alle 15, nella Sala Ragazzini, in Largo Firenze 8, ci sarà la presentazione del volume “Non avendo mai preso il fucile in mano – Antifasciste italiane alla guerra civile spagnola 1936-1939” che racconta la storia delle donne italiane che hanno preso parte alla resistenza antifascista in Spagna, offrendo il loro contributo come infermiere, giornaliste, staffette e attiviste pur non impugnando armi. Interverranno Federica Moschini, assessora ad Associazionismo e volontariato del Comune di Ravenna, Marco Puppini, vicepresidente Aicvas, Laura Orlandini, storica, Bruna Tabarri, Anpi Ravenna. Le letture saranno di Caterina Marchetti.
Le schede dei 36 volontari ravennati
Paolo Aldeghi
Nato a Voltana di Lugo
Nell’agosto del 1936 si arruola nella sezione italiana della Colonna Francisco Ascaso, organizzata in collegamento con la CNT (Confederazione Nazionale del Lavoro), costituitasi il 18 luglio 1936 nella capitale catalana su iniziativa di Carlo Rosselli, Camillo Berneri, Mario Angeloni ed altri fuoriusciti italiani. Vindice Rabitti, cronista redattore di quella formazione militare, lo ricorda quale arruolato del reparto mitraglieri della Colonna Italiana nelle battaglie di Monte Pelato e di Huesca, fino all’aprile 1937.
Luigi Angelo Amadei
di Giuseppe e Rosa Babini
Nato a Lugo il 21 aprile 1904
Contadino, antifascista
Dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Cotignola. Alla fine degli studi trova lavoro come bracciante. Nel 1935 si sposta a Grosseto, dove frequenta comunisti e anarchici. Nell’agosto del 1937 espatria e va in Corsica dove frequenta gli amici sovversivi. Tramite loro si reca in Spagna nell’ottobre del 1937. È arruolato nella 12ª Brigata Internazionale Garibaldi. Combatte a Campillo, in Estremadura, e sull’Ebro. Nel dicembre 1938 figura tra gli antifranchisti al campo di smobilitazione a Torelló, in Catalogna. L’OVRA (Opera Vigilanza Repressione Antifascista) lo inserisce tra gli arruolati nelle ‘milizie rosse spagnole’. Uscito dalla Spagna approda in Corsica e poi in Francia. Alla fine della guerra torna in Italia a Grosseto, dove si sposa e in seguito si trasferisce a Castel del Piano.
Eugenio Argelli
di Federico e Apollonia Calderoni
Nato ad Alfonsine il 26 marzo 1899
Muratore, comunista
Risulta sposato e che abbia avuto un figlio. Costretto ad espatriare nel 1923 per sfuggire alle persecuzioni fasciste va in Francia, nella periferia di Parigi. Anche qui è oggetto di un decreto di espulsione per la sua attività politica. Tuttavia Argelli rimane in Francia clandestinamente fino ai primi mesi del 1937, quando passa in Spagna con la falsa identità di Giovanni Albertini (Aldegheri). È arruolato come caporale del terzo battaglione della brigata Garibaldi. Ferito a Campillo (Estremadura) il 16 febbraio 1938, ritorna a combattere sull’Ebro, dove un proiettile di artiglieria lo uccide assieme ad altri cinque garibaldini il 6 settembre 1938.
Egidio Balestri
di Sesto Balestri
Nato a Ravenna l’11 giugno 1903
Segnalato dalle fonti fasciste quale combattente in Spagna. Inquadrato nelle Brigate Internazionali.
Pietro Angelo Beltrani
di Ferdinando e Candida Veronica Pagani
Nato a Bagnara di Romagna il 5 dicembre 1900
Calzolaio, comunista
Pietro risulta essere tra i fondatori della sezione comunista del suo paese natale, nel 1921. Sospettato di aver ucciso un fascista, per timore di rappresaglie squadriste, espatria clandestinamente in Francia a settembre dello stesso anno. Nell’ottobre del 1936 passa in Spagna e si arruola prima nel battaglione André Marty e poi nella quarta compagnia del battaglione Garibaldi. Combatte ad Arganda, rimanendo gravemente ferito all’addome nel febbraio 1937. Lascia la Spagna nell’agosto del 1937. Dopo la seconda guerra mondiale si ferma in Francia, qui risulta essere tra i membri dell’Associazione Garibaldina di Parigi.
Tommaso Beltrani
di Ludovico e Caterina Piani
Nato a Solarolo il 5 febbraio 1891
Partecipa nell’immediato primo dopoguerra all’impresa di Fiume. Amico di Balbo nel 1922 è segretario del Fascio di Ferrara. Entra in forte contrasto con i fascisti locali e nel giugno 1924 si dimette. Nel 1926 deve emigrare in Francia. Espulso dalla Francia, va in Belgio. Si stabilisce a Bruxelles dove collabora con diversi giornali antifascisti: ‘Il Corriere degli Italiani’, ‘Le Peuple’, ‘Il Riscatto’. Conosce e frequenta dirigenti comunisti di primo piano come Giuseppe Di Vittorio ed Ottavio Pastore. Entra in data imprecisata in Spagna. La sua partecipazione alla guerra civile spagnola è segnalata dalla prefettura di Ferrara che l’8 aprile 1940 così scrive: ‘Ha preso parte alla guerra di Spagna, combattendo con le milizie rosse, e specie nella battaglia di Guadalajara, avrebbe dato sfogo al suo odio contro il fascismo... Avrebbe svolto pure attiva propaganda comunista mediante discorsi rivoluzionari tenuti alla radio’.
Giovanni Bertoni
Nato a Faenza il 27 aprile 1906
Birocciaio, comunista
Nel 1924 è denunciato per l’affissione di manifesti comunisti. Accusato di aver minacciato e ferito alcuni fascisti nel 1925 è fatto oggetto di mandato di cattura. Ripara all’estero, a Mosca. Nel 1927 un tribunale fascista lo condanna in contumacia a 26 anni e 3 mesi di reclusione. Durante il soggiorno moscovita svolge funzioni di traduttore presso la scuola leninista. Secondo una informativa dell’Ambasciata italiana di Mosca, Bertoni parte per la Spagna nel 1937. Per Angelo Emiliani nella biografia “Giovanni Bertoni. Un romagnolo nel KGB”, (Il Ponte Vecchio, Cesena, 2019 p.102), scrive che avrebbe partecipato alla guerra con incarichi riservati e particolari. Durante la seconda guerra mondiale lavora a ‘Radio Milano Libertà’ a Mosca. In seguito si trasferisce in America Latina. Morto nel 1967 in Bolivia.
Terzo Bertoni
di Antonio e Luigia Garoni
Nato a Godo di Russi il 18 novembre 1907
Muratore, comunista
Terzo lascia l’Italia nel 1930 diretto in Francia per motivi di lavoro. Risulta essere schedato dall’OVRA. Non si sa quando entra in Spagna. Ma il 1° maggio del 1937 risulta arruolato nella terza sezione della 1ª compagnia del 2º battaglione della 12ª brigata internazionale Garibaldi. Esce dalla Spagna, dopo essere stato ferito, nell’ottobre 1938. Da una lettera scritta ai genitori, dalla Spagna, datata 6 febbraio 1937, e intercettata dall’OVRA, emergono le sue idee e scelte antifasciste.
Gastone Bigoni
di Maddalena Bigoni
Nato a Russi il 20 novembre 1900
Antifascista
Ha una carta di identità del 13 febbraio 1937, rilasciata dal comune di Milano, trovata in deposito presso la Fratellanza ex Garibaldini di Spagna. Si arruola, nell’esercito repubblicano, nei ranghi delle Brigate Internazionali in data 25 novembre 1937. Per due mesi è alla scuola di Quintanar de la República. Dopo è destinato al Gruppo di Artiglieria Internazionale, dove raggiunge il grado di sergente. Combatte a Teruel, partecipa alle operazioni militari di Tortosa; è presente alla ritirata da Caspe all’Ebro, combatte sull’Ebro. Risulta tra gli antifranchisti italiani che nel gennaio del 1939 sono nel campo di smobilitazione a Torelló, in Catalogna. Nel febbraio del 1939, dopo l’esodo di massa verso la Francia dei 500.000 repubblicani spagnoli, militari e civili e degli Internazionali superstiti, Gastone è rinchiuso nei campi di internamento francesi di Saint-Cyprien e Barcarès. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale è arruolato di forza nelle Compagnie di Lavoratori Stranieri (CTE), costituite dai francesi per lavori di fortificazione sui fronti del Nord.
Celso Bolognesi
Nato a Lugo il 15 maggio 1895
Negli anni del primo dopoguerra si iscrive al PSI e si riconosce nella corrente massimalista. Nel settembre del 1922 subisce una condanna di 10 mesi per scontri con i fascisti. Espatria successivamente in Francia e poi in Spagna. L’OVRA lo inserisce nella rubrica di frontiera per il provvedimento di arresto. Le notizie qui si interrompono.
Armando Borghi
di Domenico e Antonia Ortolani
Nato a Castel Bolognese il 6 aprile 1892
Giornalista-sindacalista, anarchico
Di famiglia di tradizioni anarchiche e socialiste, nel 1908 si trasferisce a Bologna. Segue dei corsi universitari e inizia la sua attività di propagandista anarchico. Conferenziere e pubblicista, subisce numerose condanne. Già nel 1902 è arrestato insieme a Mammolo Zamboni, padre del martire antifascista Anteo, trucidato dai fascisti nel 1926. Nel 1906 diventa direttore del periodico ‘Aurora’ di Ravenna. Commemora Gaetano Bresci ed è arrestato nuovamente. A Bologna diventa segretario del sindacato provinciale degli edili, autonomo rispetto alla CGIL. La direzione di una casa editrice gli causa un altro arresto. Deve emigrare in Francia, per aver scritto di essere contrario alla guerra di Libia. Nel 1912, rientrato in Italia, diventa segretario della Unione Sindacale Italiana e accentua la sua posizione antimilitarista. Partecipa alle grandi manifestazioni antimilitariste del giugno 1914 (la ‘settimana rossa’). Durante la prima guerra mondiale è internato per un periodo ad Isernia. Arrestato più volte, alla fine della guerra collabora ad ‘Umanità Nova’. Nel 1920 va in Russia, quale rappresentante della Unione Anarchica Italiana. Nel 1922 emigra in vari paesi europei e negli USA, dove tiene un ciclo di conferenze. Entra in Spagna e fa parte della Colonna Italiana, nel 1937. Suo figlio Comunardo è invece arruolato e combattente delle Brigate internazionali. Nel dopoguerra continua la sua militanza anarchica. Muore il 21 aprile 1968 a Roma.
Anerino Bovoli
di Antonio e Antonia Ravaglia
Nato a Lugo il 26 febbraio 1908
Meccanico motorista, antifascista
Anerino, allievo della Scuola Specialisti della Regia Aeronautica, rinuncia alla riconferma dell’arruolamento, per insofferenza della disciplina militare. Espatria prima in Algeria, poi in Francia nel 1931, a Marsiglia. Allo scoppio della guerra civile è tra i primi ad accorrere in terra iberica. Il 29 agosto 1936 si arruola nelle forze aeree spagnole-Squadriglia España, come sergente motorista, al comando di André Malraux. Nell’estate del 1937 passa al Gruppo 72, dove è promosso sergente poiché riesce ad evitare la distruzione di un aeroplano Potez 540, atterrato tra le linee nemiche, riuscendo a recuperarlo. Nel 1938 prende parte attiva alla cattura del bombardiere italiano 581, che entra a far parte della aviazione repubblicana. A guerra ormai finita, nel 1939, Bovoli lascia la Spagna. In Francia viene internato nei campi di concentramento a Saint-Cyprien, Gurs, Argelès sur Mer, poi trasferito al campo di punizione di Le Vernet d’Arièges, per aver partecipato ad una manifestazione di protesta per le disumane condizioni in cui versavano i prigionieri nei campi, mentre passava il Tour de France. Allo scoppio della seconda guerra mondiale è inquadrato a forza nelle Compagnie dei Lavoratori Stranieri, per la costruzione di fortificazioni per contenere gli attacchi tedeschi nel Nord-Est del paese. Nel mese di agosto 1942 rientra in Italia ed è sottoposto ai vincoli del regime di ammonizione. Rientrato a Lugo dopo l’8 settembre del 1943, ricercato dai repubblichini, riesce a nascondersi nel sanatorio di Monte Catone. Muore a Lugo nel 1963.
Sesto Drudi
di Romeo
Nato a Ravenna l’8 dicembre 1895
Meccanico, antifascista
A 32 anni emigra in Argentina. Nel 1937 è nella Spagna repubblicana, dove opera in favore della repubblica. Qui rimane ferito in combattimento. Esce dalla Spagna nel 1939 ed è internato a Gurs. Rimpatria nel 1940, con diffida (le autorità fasciste non riescono a provare la sua presenza in Spagna).
Enrico Ercolani
di Battista ed Elena Zabonara
Nato a Lugo il 12 gennaio 1897
Mediatore-cameriere, anarchico
Nel 1924 emigra in Francia e risiede a Parigi. Allo scoppio della guerra civile spagnola nell’ottobre del 1936 Ercolani è in Spagna, dove si arruola nella Sezione Italiana della Colonna ‘Francisco Ascaso’, organizzata in collegamento con la CNT-FAI (Federazione Anarchica Iberica) di Barcellona. Il 10 novembre successivo il Bollettino delle Ricerche-Supplemento Sovversivi pubblica su iniziativa della Questura di Ferrara la scheda con fotografia per il provvedimento di arresto. Sul suolo di Spagna Enrico partecipa ai combattimenti di Torresecca e Huesca. Lascia la Spagna il 6 gennaio 1939. Ritorna in Francia, è internato nel campo di Argelès. Rimane in Francia fino al 29 aprile 1942, quindi rientra in Italia e muore a Lugo il 28 ottobre 1957.
Pietro Fantinelli
di Salvatore ed Eva Alberani
Nato a Lugo il 7 ottobre 1900
Bracciante, socialista
Nel 1930 espatria a Tolosa dove è attivo con i gruppi socialisti. Nel 1934 è iscritto in Rubrica di Frontiera per attività antifascista, per il provvedimento di arresto. Nell’ottobre del 1936 arriva in Spagna ed entra a far parte delle Brigate Internazionali.nel battaglione Garibaldi. Partecipa alla battaglia per la difesa di Madrid, poi è a Casa de Campo, Cerro Rojo, Ciudad Universitaria, Pozuelo de Alarcon, Majadahonda; sul Jarama, ad Arganda e a Guadalajara. Nel maggio del 1937 passa alla brigata Garibaldi. Ferito a Huesca lascia la Spagna nel settembre del 1937. Ritorna a Tolosa, e vi rimane fino alla sua morte nel 1972.
Leo Galliani
di Antonio ed Emilia Piani (genitori nativi di Solarolo)
Nato a Bellinzona-Canton Ticino il 24 agosto 1909
Comunista
Galliani entra in Spagna nel gennaio 1937, proveniente da Cannes. Arruolato nelle Brigate Internazionali presta la sua opera nel centro di reclutamento delle Brigate ad Albacete. Rientra in Francia nell’agosto del 1938 a bordo di un convoglio sanitario.
Libero Garzanti
di Francesco e Stellina Rossi (genitori originari di San Pietro in Trento)
Nato a Birsfelden (Svizzera) il 28 ottobre 1908
Muratore, comunista
Il padre, operaio, socialista, lo chiama Libero. Nel 1926 Libero, operaio edile, si iscrive al P.C.d’I. Subisce una diffida nel 1927, quando a Ravenna il gerarca squadrista Ettore Muti viene ferito. Espatria clandestinamente e raggiunge il padre emigrato in Germania. Anche qui svolge attività politica. Nel 1930 ripara in Francia, a Parigi, dove continua la sua lotta antifascista. Qui conosce Lea, da cui avrà una figlia, Rina. Entra in Spagna allo scoppio della guerra civile. Partecipa a numerosi scontri con i fascisti, viene espulso ma rimane clandestinamente in Francia. Volontario nel battaglione Garibaldi (ottobre del 1936), inquadrato come caposezione della seconda compagnia. Combatte sul fronte di Madrid a Cerro de los Angeles e alla Città Universitaria. Cade il 21 novembre 1936 nell’attacco alla Casa Rossa, a Madrid. La sua salma viene tumulata nel cimitero di Fuencarral, destinata alla sepoltura dei caduti internazionalisti. Il generale Franco ne fece sparire le tracce profanando le loro tombe, sperando di disperderne anche la memoria. Nel secondo dopoguerra la casa del popolo di San Pietro in Trento sarà intitolata a Libero Garzanti.
Rino Graziani
di Giacomo e Apollonia Martini
Nato a Lugo il 5 ottobre 1904
Cameriere, anarchico
Nel 1930 Rino, nel mirino della polizia fascista, si porta in Francia, probabilmente a Parigi. Nel novembre del 1936 passa in Spagna e si arruola nella Sezione Italiana della Colonna ‘Francisco Ascaso’, organizzata in collegamento con la CNT-FAI di Barcellona. Nell’aprile del 1937 rimane gravemente ferito al braccio ed alla spalla destra sul fronte di Huesca, rimanendo invalido. La sua compagna friulana, Regina, con cui conviveva a Parigi, lo raggiunge in Spagna per assisterlo. Nel febbraio del 1939 Rino lascia la Spagna e le autorità francesi lo internano nel campo di concentramento di Argelès-sur-Mer, poi in quello di Gurs. Da quest’ultimo campo, nonostante l’invalidità, è arruolato a forza nella 253ª Compagnia di Lavoratori Stranieri (CTE), destinata alla costruzione di fortificazioni difensive per arginare i prevedibili futuri attacchi tedeschi. Dopo l’invasione nazista della Francia, Graziani è fatto prigioniero dalla Wehrmacht. Deportato in uno Stalag, in territorio tedesco, viene trasferito a Mauthausen, dove muore il 7 maggio 1941. Fonti: Arbizzani; Scheda Vanelli-Marchetti; Pietro Ramella: Dalla Despedida alla Resistenza, ERMES, Roma, aprile 2012.
Marino Grilli
di Napoleone e Claudia Facchini
Nato a Lugo il 12 gennaio 1884
Muratore-lavandaio, socialista, poi anarchico
Abita a Bologna fin dall’infanzia, dove il 30 gennaio 1911 si unisce in matrimonio ad Ida Cini. Probabilmente appartiene al Gruppo Anarchico Emilio Covelli, che, nel 1917, cambia il nome in Fascio Libertario Bolognese. L’antimilitarismo propagandato dai membri di questa associazione fa sì che, nel corso della prima guerra mondiale, molti di loro siano internati, incarcerati o chiamati alle armi, per cui alcuni tra essi si danno alla diserzione: tra questi ultimi anche Marino. Infatti, chiamato alle armi e ferito, diserta ma, arrestato, è condannato a tre anni di reclusione. Nel 1923 espatria in Svizzera, a Montreux, fino al 1925, lavorando in una lavanderia. Nel gennaio del 1937 passa in Spagna e si arruola nel battaglione Garibaldi, destinato per la sua non tenera età ai servizi ausiliari. Nel maggio del 1938 risulta ricoverato nell’Ospedale di Mataró. In questo centro sanitario repubblicano viene operato per un’otite purulenta che lo affligge all’orecchio sinistro con trapanazione del mastoide sinistro. Nell’ottobre del 1938 rientra in Francia, Il 20 ottobre 1939 la polizia francese lo arresta e lo interna a Vernet d’Ariège. Il 25 settembre del 1941 Grilli è trasferito in Italia ed assegnato al confino di polizia per quattro anni da scontarsi nell’isola di Ventotene. Dopo il 25 luglio 1943 molti anarchici, e tra di loro Marino Grilli, non vengono rilasciati, ma trasferiti nel campo di internamento ad Anghiari: i prigionieri riusciranno ad ottenere la libertà solo evadendo il 9 settembre 1943. Muore a Bologna il 20 ottobre 1952.
Giuseppe Minghetti
di Marco e Virginia Trerè
Nato a Russi il 18 marzo 1901
Bracciante, comunista
La famiglia si trasferisce a Ravenna nel 1908. Oppositore al fascismo si trasferisce in Francia nel 1930, dove continua la sua attività politica. Allo scoppio della guerra civile passa in Spagna e qui si arruola nella centuria Gastone Sozzi, con cui combatte a Pelahustán, Cenicientos, Chapinería. Passa al battaglione Garibaldi, quindi è aggregato al battaglione Dimitrov della XV Brigata Internazionale. Infine è nel III battaglione Garibaldi, come commissario politico. Combatte a Huesca, Brunete e Farlete, dove rimane ferito. Ricoverato gli viene riscontrata la tubercolosi. Nell’ottobre del 1938 rientra in Francia perché invalido ed è internato a Gurs e Vernet. Liberato nel 1942 è ricoverato in sanatorio a Montelimar dove rimane fino al 1946. Rimpatriato in Italia, muore a Pesaro nel 1957.
Andrea Minguzzi
di Antonio e Giovanna Bedeschi
Nato ad Alfonsine il 24 maggio 1890
Impiegato, repubblicano
Attivo politicamente nell’anteguerra, combattente nella prima guerra mondiale, espatria in Francia nel 1926. Come reduce della prima guerra mondiale fa parte della locale sezione dell’Associazione franco-italiana ex combattenti. Entra in Spagna all’inizio della guerra civile, nell’agosto del 1936. Fa parte prima della Colonna Francisco Ascaso, nel gruppo mitraglieri, con funzioni di comando. Combatte a Monte Pelato così coraggiosamente da essere segnalato come la migliore tradizione risorgimentale del Partito repubblicano. Passa in seguito al battaglione Garibaldi. Ferito ad Arganda, nel marzo del 1937 rientra in Francia. Nel 1938 è presente nuovamente a Barcellona. Rientrato in Francia nel settembre del 1938 è successivamente internato a Gurs. Nel 1942 è tradotto in Italia ed è confinato a Ventotene. Muore ad Alfonsine il 5 ottobre 1954.
Giuseppe Moretti
di Guglielmo e Crestilde Clarice Amadori
Nato a Castiglione di Ravenna il 13 gennaio 1902
Contadino, muratore, comunista
Nel 1924 emigra in Francia, a Parigi, con passaporto regolare. Nel 1937 l’Ambasciata italiana a Parigi comunica che Moretti è uscito dalla Francia per recarsi in Spagna. È iscritto nel 1938 nel Bollettino delle Ricerche - Supplemento Sovversivi, indicato come comunista da arrestare. Per il Ministero dell’Interno è arruolato nelle milizie antifranchiste, come comunica anche la prefettura ravennate. Nel gennaio 1940 risulta a Parigi.
Pietro Nenni
di Giuseppe e Angela Castellari
Nato a Faenza il 9 febbraio 1891
Uomo politico-giornalista, socialista
Cresciuto in un orfanotrofio, frequenta una scuola tecnica e si impiega in una fabbrica di ceramiche come scrivano. A 17 anni entra a far parte del Partito Repubblicano. Molto attivo politicamente nel 1910 è segretario di una cooperativa braccianti controllata dai repubblicani. Nel 1911 promuove uno sciopero generale contro la guerra libica, per cui viene incarcerato. Nel giugno 1914 è tra i promotori della settimana rossa, viene arrestato e poi amnistiato. Allo scoppio della prima guerra mondiale è interventista, scrive articoli su ‘Il Popolo d’Italia’, sulla linea della sinistra del partito repubblicano. Nel frattempo il suo repubblicanesimo gli va sempre più stretto. Arruolatosi come volontario, rifiuta il giuramento al re e combatte come soldato semplice. Nel 1921 lascia questo partito e va a Parigi come corrispondente de ‘L’Avanti’, giornale del partito socialista, cui aderisce. Nel 1923 al congresso nazionale del PSI prevale la sua linea contraria ad una fusione con il PCd’I. Dopo l’assassinio di Matteotti insiste nella sua forte attività politica. In seguito è costretto a lasciare ‘L’Avanti’. Nel 1926 espatria a Parigi. Nel 1930 è l’artefice della unificazione di riformisti e massimalisti, e nel 1934 è uno dei promotori del patto con i comunisti, prima tappa verso la politica di fronte popolare ed unità antifascista.
Nel 1936 Nenni è in Spagna. Membro del Comitato di difesa di Madrid, fa parte delle Brigate internazionali come commissario politico, ad Albacete. È tra i volontari del battaglione Garibaldi. Combatte ad Arganda, a Huesca, dove è ferito e dove lo raggiunge la notizia dell’assassinio dei fratelli Rosselli. A fine guerra lascia la Spagna ed entra in Francia dove nel 1939 è posto a domicilio coatto. All’inizio della seconda guerra mondiale è deportato in Germania. Nel 1943 viene confinato a Ponza. In seguito è uno dei maggiori dirigenti della Resistenza. A Italia liberata è direttore de ‘L’Avanti’ e fa parte dei governi presieduti da De Gasperi e pure della Costituente e di tutte le legislature fino alla sua scomparsa a Roma il 1° gennaio1980
Guido Nuvoli
di Antonio e Claudia Degli Esposti
Nato a Lugo l’8 marzo 1907
Meccanico, comunista
La sua famiglia si trasferisce a Cotignola nel 1919. Nel 1931 Nuvoli emigra in Francia. È ricercato dalla polizia per le sue idee politiche. L’OVRA inserisce il suo nome tra quelli ricercati. Dalla Francia passa in Spagna. Si arruola nella XII brigata internazionale Garibaldi, come soldato semplice. Ferito ad una spalla rientra in Francia nell’agosto 1937. Nel 1978, naturalizzato francese, risulta membro dell’AVER, Associazione Volontari Antifranchisti Reduci di Spagna.
Attilio Orioli
di Domenico e Maria Baldassarri
Nato a Ravenna il 30 luglio 1904
Muratore, repubblicano
Attilio è costretto ad emigrare in Francia nel 1931 a causa delle sue idee politiche.
Nell’autunno del 1936 varca la frontiera franco-ispanica e si arruola nel battaglione Garibaldi. La sua presenza in Spagna è confermata dall’inserimento del suo nome con tanto di fotografia, nel Bollettino delle Ricerche - Supplemento Sovversivi schedina n. 060 pubblicata su indicazione del questore di Ravenna in data 2 gennaio 1938.
Secondo una fonte confidenziale (così l’OVRA chiama i suoi numerosi collaboratori), Orioli ha combattuto nella brigata Garibaldi per circa sei mesi e, dopo essere stato ferito in combattimento, rientra in Francia. Muore a Ravenna il 30 ottobre 1973.
Giuseppe Pasotti
di Evaristo e Elisa Berti
Nato a Conselice il 10 febbraio 1888
Meccanico, socialista massimalista-anarchico
La sua è una famiglia di sovversivi: il nonno è repubblicano, il padre ed il fratello Romolo socialisti. Si distingue presto per le sue posizioni anarco-sindacaliste: il 6 novembre 1911 viene condannato dalla Corte d’Appello di Bologna a 3 mesi di carcere. Partecipa alle agitazioni della ‘settimana rossa’. Durante la prima guerra mondiale svolge una notevole attività antimilitarista. Nel 1916 si trasferisce a Milano e continua la propaganda antimilitarista. Denunciato per reati di stampa nel gennaio 1918 viene spiccato mandato di cattura nei suoi confronti dal Tribunale di guerra di Milano ‘perché imputato di favoreggiamento e subordinazione alla diserzione’ e tradotto nella fortezza di Aosta. Mentre è detenuto muoiono di ‘spagnola’ la compagna Maria Bernardi, simpatizzante anarchica, e la figlia di pochi anni.
Alla fine del conflitto riprende l’attività politica, non mancando di frequentare gli antifascisti locali. Nel 1929 si reca clandestinamente in Francia; l’anno successivo ottiene il passaporto per la Germania dove si trasferisce ‘per imparare il funzionamento del motore Diesel’ mentre la sua nuova compagna Maria Linari e il figlio Nullo erano già emigrati in Francia. La famiglia si riunisce poco tempo dopo a Tolosa, dove Pasotti si distingue subito prendendo parte alle locali manifestazioni antifasciste. In quel periodo frequenta la libreria di Silvio Trentin, punto di riferimento dell’antifascismo italiano nella regione.
Nel maggio 1932 si trasferisce definitivamente a Perpignano e diventa il fiduciario di zona della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo. Legato agli anarchici Alphonse Tricheux e Maria Vauthier, aiuta in tutti i modi gli antifascisti in esilio o di passaggio per la Spagna. Viene incluso nell’elenco dei sovversivi attentatori. Con l’inizio della guerra di Spagna Perpignano diventa, insieme a Marsiglia, il principale centro francese di raccolta e smistamento dei volontari provenienti da tutto il mondo. Pasotti è tra i principali artefici di tale organizzazione, in stretto contatto con Carlo Rosselli e Camillo Berneri, e si reca di continuo a Barcellona, Marsiglia e Nizza. Mantiene collegamenti con la Federazione anarchica iberica e gli anarchici francesi e svizzeri; fa pervenire la corrispondenza proveniente dall’Italia e diretta alla colonia italiana operante in Spagna e viceversa. Riceve in casa propria gli anarchici che vanno e vengono dalla Spagna; rilascia documenti per entrare in Spagna; settimanalmente egli si reca a Barcellona. Indubbiamente, anzi è certo, egli si occupa anche del traffico delle armi.
In seguito ad una spiata il 2 giugno 1937 il Tribunale di Perpignano condanna Pasotti a tre mesi di carcere nonostante l’accanita difesa pubblica di Luigi Campolonghi. Scontata la pena si sposta di frequente a Nizza, a Parigi e in Spagna. Il Ministero degli Affari esteri italiano lo considera il capo di un servizio di informazioni antitaliano con corrieri per l’Italia e di un servizio di rifornimento a favore degli spagnoli rossi. A metà del 1938 grazie all’aiuto degli anarchici di Marsiglia, Pasotti si rifugia con la famiglia a Marsiglia. Rientra in Italia verso la metà del 1946 andando a risiedere a Villadossola (No). All’inizio del 1948 si trasferisce a Pontelagoscuro (FE), ma le sue speranze di rinascita del movimento libertario restano deluse sia a livello politico che sindacale. Torna a Tunisi dove muore il 21 aprile 1951.
Domenico Ragazzini
di Giovanni e Rosa Bosio
Nato a Brisighella il 31 marzo 1891
Calzolaio, comunista
Domenico è attivo come antifascista sin dall’immediato primo dopoguerra. Nel 1921 è condannato a nove mesi di reclusione per motivi politici. Nel 1927 espatria in Francia e Lussemburgo. Segnalato quale combattente in Spagna nel 1936-7 nell’esercito repubblicano. Quando lascia la Spagna, Domenico è internato nei campi di concentramento francesi tra cui Vernet d’Ariège. Nel 1941 è rimpatriato e sottoposto a diffida.
Giulio Ricci
di Arturo e Maria Caranti
Nato a Voltana di Lugo il 5 marzo 1898
Perito agrario-fattore-muratore, anarchico
Anarchico fin da giovanissimo, il 4 marzo 1927 è arrestato a Voltana per aver partecipato alle manifestazioni legate al funerale del comunista Attilio Tamburini. Prosciolto dal Tribunale Speciale per insufficienza di prove, è sottoposto a due anni di regime di ammonizione. Rientra a Lugo nel 1928 e nel 1930 espatria in Francia. Trova lavoro a Parigi come muratore. Ha contatti con i fuorusciti italiani e svolge attività politica. Dal 1935 convive con Candia Lazzeri. Nell’agosto del 1936 è in Spagna, arruolato nella Sezione italiana della Colonna ‘Francisco Ascaso’, organizzata in collegamento con la CNT-FAI di Barcellona. Combatte a Monte Pelato, Almudevar e a Huesca. Nel 1937 è raggiunto a Barcellona dalla sua compagna Candia. Ammalatosi viene ricoverato e subisce un intervento alla colonna vertebrale. Rientra in Francia. È internato nei campi di Argèles e Gurs. Nel luglio del 1940 Ricci viene tradotto in Italia e confinato all’isola di Ventotene. Sarà rimesso in libertà nell’agosto del 1943. Nel dopoguerra collabora con il movimento anarchico romagnolo. In seguito è ricoverato presso l’Ospedale psichiatrico di Imola e vi muore dopo alcuni anni il 4 giugno 1963.
Ludovico Rossi
di Luigi e Rosa Zani
Nato a Ravenna il 18 ottobre 1898
Impiegato, comunista-anarchico
Antimilitarista e anticlericale manifesta contro la guerra e viene schedato dalla polizia il 2 settembre 1920. È segretario del circolo giovanile socialista Aurora di Ravenna. Nel 1921 Rossi passa alla Federazione Giovanile Comunista nella quale ricopre importanti incarichi. Ardito del popolo nella sua attività politica subisce vari arresti. Nel 1922 viene condannato a cinque mesi di carcere. Espatria clandestinamente in Francia. Nel 1923 è a Parigi, dove lavora come meccanico. All’estero si schiera con la corrente bordighista, ma per la sua attività frazionista, viene espulso dal PCd’I. Ludovico si avvicina sempre più agli ambienti anarchici, avendo maturato una posizione fortemente antistatalista. Nel 1932, fermato in una riunione libertaria, viene trovato in possesso di una pistola automatica. Espulso dalla Francia rimane clandestinamente in quella nazione e si reca a Marsiglia. Nello stesso anno entra nel Bollettino delle Ricerche - Supplemento Sovversivi come comunista pericoloso da arrestare. A Marsiglia Rossi nel 1935 raccoglie fondi in favore del Comitato anarchico pro vittime politiche. In seguito accorre in Spagna, a Barcellona, poi sul fronte aragonese con la Colonna Rosselli, infine nei servizi di frontiera, dove con altri esponenti anarchici, controlla il passaggio dei volontari antifranchisti diretti in terra iberica. Allo scopo si reca spesso a Perpignano per incontrare il conterraneo Giuseppe Pasotti. Arrestato in Francia nell’aprile del 1939, è internato nei Campi di Concentramento di Argelès e Gurs. Dopo l’inizio della seconda guerra mondiale Rossi è fatto arruolare nelle Compagnie di Lavoratori Stranieri (CTE), destinate alla fortificazione delle frontiere del Nord-Est di Francia. Durante il resto del conflitto rimane in Francia con la moglie Prima Poli. A liberazione avvenuta torna in Italia e collabora con la stampa libertaria. La vita generosa di Ludovico Rossi si chiude tragicamente il 23 agosto 1970, quando muore a Bologna investito da un’automobile.
Edoardo Sacchetti
di Luigi e Paolina Drudi
Nato a Cervia il 5 novembre 1898
Impiegato, comunista
Edoardo Sacchetti frequenta l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, il 26 febbraio 1917 interrompe gli studi per prendere parte alla prima guerra mondiale. Nell’ottobre del 1917 rimane prigioniero del nemico. Quando rientra in Italia nel 1919 viene insignito di due medaglie al valore. Due anni dopo, nel 1921, inizia la sua militanza politica nell’appena fondato PCd’I svolgendo intensa attività politica. La polizia lo controlla, lo perseguita, i fascisti più volte lo aggrediscono e lo bastonano fino a che, nel 1922, Sacchetti espatria in Francia fino al 1925, poi ritorna a Cervia con la speranza di un posto di lavoro. Ma con il ritorno riprendono le persecuzioni fasciste nei suoi confronti. Il 28 agosto del 1927 viene deferito al Tribunale Speciale per attività comunista ma dopo otto mesi di carcere è liberato con sentenza di ‘non luogo a procedere’. Tre mesi dopo è nuovamente condannato ed infine nel settembre 1928 è assegnato per 5 anni al confino: ne sconta quattro all’isola di Ponza e uno a Ustica. Nel luglio del 1932 è trasferito ad Ustica con la raccomandazione di sottoporlo a ‘rigorosa sorveglianza’. Dopo il confino ritorna a Cervia. Ma due anni dopo espatria di nuovo clandestinamente in Francia, dove rimane fino al maggio del 1936, quando il PCd’I. lo manda in Unione Sovietica. Nell’aprile del 1937 si porta in Spagna, ove si arruola nel 3° battaglione della brigata Garibaldi. con il grado di sergente. In seguito è Commissario Politico del 1° battaglione, poi segretario della Sezione del Partito Comunista della brigata. Sacchetti partecipa a tutte le battaglie nelle quali è impegnata la brigata Garibaldi, fino a quella dell’Ebro, nella quale rimane ferito alla gamba destra. Esce di Spagna nel febbraio del 1939. In Francia viene internato a Saint-Cyprien, poi a Gurs. Riesce ad evadere e ritorna in URSS. Edoardo Sacchetti perisce il 30 marzo1943, nei pressi di Samarcanda, vittima di un disastro ferroviario.
Aldo Sintoni
di Angelo e Aurelia Malducci
Nato a Ravenna il 17 agosto 1909
Muratore, comunista
Nel 1932 è impiegato a Roma presso la Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna, contesto in cui svolge attività sindacale. Nel 1932 risulta iscritto al PCd’I ed attivo in clandestinità. Vive in Italia fino a quando, nel gennaio del 1937, si porta in Spagna espatriando clandestinamente. Si arruola nel gruppo di Artiglieria Internazionale operando in varie sezioni: batteria Antonio Gramsci’ 11ª batteria antiaerea francese, 8ªbatteria da campagna ed infine batteria G. Sozzi di cui è nominato commissario politico. Ai primi di gennaio del 1939 Sintoni si trova con i volontari antifascisti italiani nel campo di smobilitazione di Torelló, in Catalogna. Nello stesso mese si offre volontario nella ricostituita XV Brigata Internazionale per tentare un’estrema difesa di Barcellona. Questa unità si scioglie quando varca il confine francese, retroguardia a protezione dei profughi della ‘Retirada’. È il 9 febbraio 1939. In territorio francese Aldo viene internato a Saint-Cyprien, a Gurs e poi al Vernet d’Ariège. Tradotto in Italia, è confinato a Ventotene, dove rimane fino all’agosto del 1943. Rimesso in libertà, torna a Ravenna, dove si unisce alla lotta dei partigiani in qualità di membro del Comitato Militare di Ravenna. Al ritorno da una riunione di partigiani, cade in una trappola tesagli dai fascisti, viene ferito gravemente ad una gamba. Muore il 5 gennaio 1944 per cancrena. In seguito, per il ruolo da lui svolto nella guerra partigiana, gli viene riconosciuto il grado di maggiore. Durante la guerra civile spagnola assume lo pseudonimo di Sante Ugolini, nel corso della Resistenza italiana quello di Gramet.
Augusto Tampieri
di Federico e Teresa Marangoni
Nato a Lugo il 10 febbraio 1899
Impiegato, socialista
Augusto, all’inizio della guerra civile spagnola, abita a Tolosa ed è impiegato presso il locale Consolato Italiano. Da quella città, nell’ottobre del 1936, passa in Spagna ed il 28 dello stesso mese si arruola nelle Brigate Internazionali, inquadrato nella 4ª compagnia del battaglione Garibaldi. Combatte al Cerro Rojo ed a Casa de Campo. Qui, il 21 novembre 1936, rimane ferito al fianco e al braccio destro con frattura del gomito per cui viene dichiarato invalido. Pertanto ritorna in Francia il 15 giugno 1937. Durante l’occupazione nazista della Francia, Augusto è membro sia dell’Alleanza Antifascista che del Comitato Italiano di Liberazione Nazionale di Tolosa.
Vincenzo Tarroni
di Giuseppe e Lucia Venturi
Nato ad Alfonsine il 18 ottobre 1890
Socialista massimalista
Vincenzo frequenta la scuola fino alla terza classe elementare. Nel giugno del 1914 prende parte ai moti rivoluzionari organizzati dal Partito Socialista Italiano nella zona di Alfonsine. Su di lui viene spiccato un mandato di cattura, che non viene eseguito per intervenuta amnistia. Fino agli anni venti rimane ad Alfonsine. Espatria, probabilmente prima del 1929, perché in quell’anno risulta residente in Francia, a Sartrouville (Dipartimento Seine et Oise), al n. 5 di Avenue de la Gare. Qualche tempo dopo Vincenzo diventa il responsabile del tesseramento al PSI in quella zona. In Italia i suoi dati anagrafici sono inseriti nel Bollettino delle Ricerche - Supplemento Sovversivi e in Rubrica di Frontiera su iniziativa del Ministero dell’Interno fascista. Secondo le testimonianze di alcuni volontari antifranchisti è stato combattente nella Colonna Italiana.
Angelo Tazzari
di Giuseppe e Leonilda Tarroni
Nato a Fusignano il 5 maggio 1899
Cuoco, repubblicano
Oltre che nel paese natale, Angelo ha vissuto anche a Bagnacavallo. Per sfuggire alle continue persecuzioni fasciste nel 1924 Tazzari espatria clandestinamente; nel 1929 lo troviamo in Belgio. Per questo fatto l’OVRA lo include tra i cittadini italiani ricercati. Si sposta poi in Lussemburgo e, sul finire del 1936, si porta in Spagna dove diventa soldato delle Brigate Internazionali. In seguito è destinato ai servizi di cucina presso l’Ospedale di Orihuela. Nel gennaio del 1939 Tazzari si trova con i volontari antifranchisti italiani nel centro di smobilitazione di Torelló, in Catalogna. 3 anni dopo è segnalato in Lussemburgo.
Aristide Valentini
di Secondo e Rosa Ciappini
Nato a Ravenna il 29 gennaio 1896
Muratore, socialista
Valentini è membro delle organizzazioni antifasciste a Sartrouville, in Francia, dove lavora come muratore, dal 1932 fino al 1942, insieme alla famiglia. Nel 1931 è schedato dalla polizia fascista nel Bollettino delle Ricerche - Supplemento Sovversivi. Nel marzo del 1937 Aristide si porta in Spagna e si arruola nelle Brigate Internazionali. Viene inquadrato nella costituenda XII Brigata Internazionale Garibaldi. In seguito lo si trova ad Albacete, quale responsabile del reparto motociclisti ed anche del servizio Posta della brigata. Il 28 aprile 1938 lascia il territorio spagnolo e ritorna in Francia. Nell’ottobre del 1942 rientra in Italia.
Le autorità fasciste non riescono ad appurare la sua presenza in Spagna. Dopo l’8 settembre 1943 partecipa alla Resistenza italiana. È partigiano nel Distaccamento Terzo Lori della 28ª Brigata Garibaldi ‘Mario Gordini’.
Italo Zanotti
di Giovanni e Olimpia Casadei
Nato a Ravenna il 25 luglio 1899
Meccanico, repubblicano
Fino al 1926 Italo è membro del Partito Repubblicano Italiano. Dipendente della ditta Puricelli di Milano, nel 1928 viene mandato in Spagna con un incarico aziendale. La missione di lavoro dura a lungo poiché, nell’autunno del 1936, Zanotti risulta essere arruolato nella Sezione Italiana della Colonna ‘Francisco Ascaso’, organizzata in collegamento con la CNT-FAI di Barcellona. Ne dà testimonianza Rodolfo Giovannardi, pure lui combattente di quella formazione miliziana. Anche la Prefettura di Ravenna, in data 10 settembre 1939, confermerà la presenza di Italo nelle formazioni dell’esercito repubblicano spagnolo. È verosimile che negli anni dal 1936 al 1938 abbia combattuto nelle formazioni anarchiche. Nel gennaio del 1939 Italo si trova nel centro di smobilitazione delle Brigate Internazionali di Alcira, nel Levante. Nello stesso mese lascia la Spagna. Una nota del Casellario Politico Centrale lo segnala non come appartenente all’esercito repubblicano, ma ai battaglioni operai addetti ai lavori stradali. Nel gennaio 1939 si trova nel campo di smobilitazione di Alciras (Levante)