Ravenna. Migliaia di file pedopornografici: arrestati informatico e dipendente regionale
Migliaia di foto, video, immagini indicibili, ottenuti grazie alle correnti più torbide della rete. In ognuna, bambini piccolissimi, tra i 2 e i 6 anni, usati come merce per contenuti proibiti dati in pasto del mercato della pedopornografia. Seguendo la scia dei download la polizia postale di Bologna è arrivata a Ravenna e a Cervia, dove letteralmente una montagna di file - nell’ordine di diverse decine di migliaia - è stata trovata rispettivamente a casa di un dipendente della Regione sui 60 anni e di un ingegnere informatico 54enne. Sono stati entrambi arrestati con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico, con l’aggravante dell’ingente quantità di contenuti vietati rinvenuti nei dispositivi in loro possesso.
Immagini scaricate dal web
I due indagati non si conoscevano e sono incensurati. Per il momento non gli viene contestata né la produzione né la diffusione di contenuti che ritraggono minorenni. Le indagini sono arrivate a loro seguendo pertanto i canali di approvvigionamento di file vietati, solitamente nascosti sotto il velo del dark web. In questo caso, invece, pare che avessero scelto una fonte meno nascosta; utilizzavano eMule, un software open source dedicato alla condivisione di file tra utenti. Lo si usa per scaricare film, musica, contenuti vari. E fra questi c’erano anche i bambini. Inercettata la fonte, gli inquirenti hanno rintracciato gli indirizzi dei dispositivi connessi che avevano ricevuto il materiale, arrivando a casa dei due uomini. Una volta informato il pm di turno Angela Scorza, sono scattate le misure cautelari.
Perquisizioni
Il primo a essere portato in carcere, mercoledì sera, è stato l’informatico cervese. Nella casa in cui viveva da solo, oltre a svariati dispositivi, fra computer e telefoni, aveva anche otto memorie esterne. E qui sono stati rinvenuti circa 40mila file, tutti ritraenti bambini piccoli. Gli inquirenti non hanno invece preso in considerazione la cosiddetta “pornografia teen”, quella che ritrae adolescenti o ragazzi e ragazze all’apparenza non ancora maggiorenni, non essendo possibile provare con certezza la minore età.
Il ravennate invece risulta sposato. In casa nascondeva altrettanti documenti digitali della stessa tipologia. Tutto materiale sequestrato giovedì dagli agenti quando sono andati a prelevarlo a casa.
Ieri sono comparsi tutti e due davanti al giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti, per l’udienza di convalida. Il 54enne si è avvalso della facoltà di non rispondere, scegliendo però di rendere spontanee dichiarazioni per spiegare che i contenuti sequestrati li aveva acquisiti tempo addietro e si era scordato di averli conservati.
Al termine degli interrogatori il gip ha disposto per entrambi il carcere, mandando gli atti per competenza alla Procura di Bologna.