Ravenna, migliaia di avvisi Tari trovati in uno scantinato
Sarebbero già dovute essere state recapitate nelle case dei ravennati da settimane e, invece, giacevano da almeno 10 giorni in uno scantinato di via Fiume, in una serie di scatoloni abbandonati. Si tratta delle buste contenenti migliaia di avvisi di pagamento della Tari 2024, la tassa per i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. Che qualcosa nel recapito fosse andato storto si era capito da qualche settimana, dopo l’annuncio da parte del Comune del posticipo dei termini di pagamento della prima rata dal 31 ottobre al 30 novembre, ritardo addebitato a problemi tecnici nell’invio. Così che una parte dei cittadini ha già ricevuto l’avviso con la data del 31 ottobre e una parte non ha ancora ricevuto posta al riguardo. Ora lo strano caso degli avvisi non recapitati abbandonati aggiunge problemi al disservizio.
L’indagine
Dopo la segnalazione del capogruppo di Lpra Alvaro Ancisi e di un question time presentato in consiglio comunale, è intervenuta la Polizia locale e il comandante Andrea Giacomini fa sapere che il materiale è stato recuperato ed è in corso un procedimento penale perché il fatto costituisce reato. «La soppressione della corrispondenza è un comportamento illecito». A questo punto resta da capire cosa è successo nella filiera che garantisce il recapito degli avvisi e se c’è la responsabilità di un singolo nell’abbandono del materiale. L’assessora al bilancio Livia Molducci ricorda che il Comune tramite Ravenna Entrate ha affidato a una società il servizio di pagamenti, società che a sua volta affida a terzi il recapito degli avvisi. «Faremo le verifiche necessarie e applicheremo le penali per il mancato servizio».
La segnalazione
Ancisi descrive così il fatto: «Circa 10 giorni fa, all’interno di un palazzo condominiale di via Fiume, abitato esclusivamente da famiglie, sono stati notati, nello scantinato posto all’altezza del piano terra, su spazi pavimentati accessibili a tutti, mucchietti di scatole, densamente riempite da centinaia, se non più, di buste postali intestate ad un operatore postale nazionale autorizzato». Di qui la richiesta al sindaco di conoscere le ragioni di questo strano caso. «Depositate ancora lì, fanno pensare che dovessero già essere state recapitate a famiglie tuttora ignare di quanto e come assolvere al pagamento della propria tassa rifiuti, sia pure per fortuna prorogato». Resta da capire come sarà possibile recuperare il tempo perduto nel caso il materiale recuperato venga considerato corrispondenza persa. Per il pagamento della prima rata con scadenza 30 novembre gli avvisi devono essere recapitati entro la metà di novembre.