Ravenna, maxi sequestro per gli imprenditori di movida e turismo
Un sequestro da quasi due milioni e mezzo di euro sui conti correnti di 35 indagati. Tutti nomi conosciuti di imprenditori di spicco della movida o del settore di bar, ristorazione, bagni e hotel. E’ un atto, quello firmato dal gip Corrado Schiaretti su richiesta del pm Monica Gargiulo, che scuote il mondo del turismo e che delinea con nettezza i margini dell’inchiesta avviata sulla società Mib Mib Service Srl. Una società creata - secondo i suoi fondatori - per gestire il personale delle aziende dell’Horeca, facilitandone il lavoro, ma che - secondo le fiamme gialle - sarebbe stata solo una «società cartiera evoluta», «nata per intestarsi dipendenti – scrive il giudice nel decreto di sequestro – e per non fornire alcun altro servizio».
Sempre secondo l’accusa della procura - ma saranno ovviamente i giudici a esprimersi - la società formata da Andrea Bagnoli (legale rappresentante di Mib dal 2013 al 2015), Michele Mattioli (legale rappresentante di Mib dal 2016 al 2019), Christian Leonelli (vice presidente del consiglio di amministrazione) e Massimiliano Mattioli (responsabile amministrativo dell’azienda) avrebbe agito persino come «una vera e propria associazione a delinquere, finalizzata a consentire l’evasione dell’Iva ai propri clienti per milioni di euro mediante l’emissione di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti ed evadere essa stessa Ires e Iva».
Un sodalizio criminale che, attraverso l’intermediazione fittizia di manodopera, sarebbe riuscito a entrare in oltre cento attività tra hotel, bar, stabilimenti, ristoranti e discoteche, arrivando al punto dover “gestire” migliaia di dipendenti.
L’indagine, iniziata il 14 dicembre del 2017 in seguito a una banale verifica fiscale della finanza alla società di via Magazzini Posteriori, avrebbe però rivelato che la Mib sarebbe di fatto «una scatola vuota» avente il solo scopo «di costruire un grande apparato di frode fiscale».