Ravenna, maestra morta cadendo in acqua. I familiari chiedono nuove indagini
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RAVENNA - I familiari di Elisa Rossi, l’insegnante ravennate di 51 anni morta nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2023 dopo essere caduta in acqua da un pontile del Ravenna Yacht Club, attraverso gli avvocati Carlo e Carlotta Benini hanno inoltrato al gip Corrado Schiaretti opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata a novembre dal pm Silvia Ziniti. Richiesta nella quale veniva rilevato come «gli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari non consentono di formulare un’ipotesi di condanna o di applicazione di una misura di sicurezza diversa dalla confisca». In sostanza, non era necessaria la presenza di una balaustra anticaduta in quel punto, non c’era un legame tra la scarsa illuminazione e il decesso e la donna era morta per annegamento a seguito di un trauma cranico.
Secondo i legali dei familiari però la richiesta di archiviazione risulta essere infondata, oltre che in contraddizione con quanto emerso dalle relazioni delle consulenze tecniche effettuate dalla Procura e dalla parte offesa. Per questo motivo, chiedono ulteriori indagini in merito a possibili altre cause della caduta della donna in acqua. In particolare, accertamenti per capire se il trauma cranico sia antecedente o susseguente alla caduta, se sia stata violata la norma sulla conformità nei luoghi di lavoro e se la stessa abbia un legame con la caduta e, infine, sulla correttezza del tasso alcolico rilevato (1,22 g/l, ndr) e la sua rilevanza sulla causa della caduta dal pontile. Ciò tenendo conto delle condizioni della donna, come ripresa dalle telecamere di videosorveglianza del circolo, dalla discesa senza aiuti dalla barca, dalle dichiarazioni dei testimoni e dalle condizioni personali della vittima. A metà marzo è prevista l’udienza nella quale il gip discuterà la richiesta di opposizione.